PUBBLICO & PRIVATO

Sitaf, la politica la vuole pubblica

Per vendere le quote di Comune di Torino e Città metropolitana si deve fare una gara ma per evitare che se le accaparri Gavio o qualche altro privato i partiti chiedono al Governo di intervenire. E Anas aspetta indicazioni

Cosa intende fare il Governo sulla Torino-Bardonecchia? Tra le non poche infrastrutture piemontesi su cui si aspetta che l’esecutivo, e in particolare il ministro Paola De Micheli batta un colpo c’è anche quell’autostrada. Come è noto, lo scorso ottobre il Consiglio di Stato ha annullato la cessione ad Anas dei pacchetti di azioni detenute dal Comune di Torino e dall’allora Provincia (rispettivamente il 10,65 e l’8,6 per cento) imponendo ai due enti territoriali di indire una gara entro il 28 febbraio 2020. Chiara Appendino, nella sua duplice veste di sindaca del capoluogo e della Città metropolitana, di quei soldi già incassati (78 milioni) non può fare a meno. La soluzione adottata ha consentito di mantere finora la maggioranza di Sitaf in mani pubbliche, cosa nient'affatto certa con la gara. 

Proprio Appendino, oggi, nel corso di un incontro con i parlamentari, ha chiesto ai suoi interlocutori di fare pressione sul Governo perché da Palazzo Chigi e dal Mit arrivino indicazioni in tempi brevi. Indicazioni che non sono attese soltanto a Torino, ma anche dall’Anas, uno dei protagonisti di una vicenda intricata e che si protrae ormai da anni.

Parte addirittura dal 1994, anno della prima delibera del Comune per la cessione delle quote nella società, ma che ha nel 2013 il momento in cui l’allora giunta guidata da Piero Fassino decise di vendere il suo pacchetto a favore di Anas. Cessione che avviene l’anno successivo, ma è subito oggetto di impugnazione da parte del Gruppo Gavio, all'epoca socio di maggioranza relativa, secondo cui era necessaria una gara. Il Consiglio di Stato gli ha dato ragione, annullando la vendita e imponendo la procedura pubblica, proprio come richiesto da Gavio.

Con questo traguardo ormai alle viste, se il Comune è intenzionato a procedere con la gara, diverso è l’atteggiamento in Città Metropolitana dove la linea aperta dal Pd,  condivisa anche dal centrodestra e dallo stesso M5s, è quella di mantenere la partecipazione pubblica in Sitaf, chiedendo a Palazzo Civico di fare altrettanto. Da sottolineare che a differenza che in Consiglio comunale, Appendino non ha la maggioranza in Città Metropolitana, dove dunque deve tener conto delle indicazioni degli altri partiti. Nel frattempo Anas, rimarcando la strategicità di questa scelta e quindi la necessità che a compierla sia il Governo, ha chiesto lumi al Mit. Che, ancora, non si è fatto sentire. Da qui l’appello della sindaca ai parlamentari.

Parlamentari che oggi, su fronte del Pd, con Davide Gariglio e Stefano Lepri hanno ribadito la linea della partecipazione pubblica: “Sitaf deve rimanere pubblica”, hanno detto i due esponenti del Pd, partito che ha rafforzato la sua posizione in tal senso anche e non casualmente dopo la cessione delle quote del gruppo Mattioda a Gavio nei mesi scorsi. Per i due deputati dem "è necessario individuare una soluzione che assicuri la continuità del controllo pubblico di Sitaf dopo che il Consiglio di Stato ha annullato la cessione di quote di Torino e Città Metropolitana ad Anas. Lo Stato in questi anni ha infatti garantito ingenti investimenti per ammodernare un essenziale nodo viario di collegamento nazionale ed internazionale: ogni ipotesi di vendita di quote azionarie azioni a privati sarebbe quindi inaccettabile e controproducente, soprattutto in relazione al tema complessivo di una nuova gestione delle concessioni autostradali che debba garantire sicurezza e non solo profitti”. I due parlamentari hanno, poi, annunciato che “il Pd presenterà, nei prossimi giorni in Parlamento, un atto di indirizzo che impegna il governo a mantenere pubblico il controllo di Sitaf".

Per mantenere il pubblico nella società sono anche i Fratelli d’Italia che con la deputata Augusta Montaruli e il capogruppo in consiglio regionale Maurizio Marrone sostengono come "in questo momento delicato per le autostrade italiane in Piemonte va difeso il controllo pubblico". I due esponenti della destra aggiungono che “a seguito delle sentenze della giustizia amministrativa viene fuori il pasticcio del Comune di Torino sull’alienazione delle sue quote in Sitaf” e quindi “per l’interesse del nostro territorio oggi dobbiamo fare fronte comune affinché il pubblico non arretri e per questo pretendiamo un impegno netto da parte del ministero”.  E mentre annunciano “un atto di indirizzo con le altre forze politiche”, rimarcano come sia “sconcertante il fatto che Appendino non riesca a farsi rispondere dal proprio Governo” e ribadiscono che “non si può permettere che le eventuali incomprensioni del governo giallo-rosso compromettano un settore nevralgico per il nostro territorio".

All’incontro di oggi la Regione era rappresentata dall’assessore Andrea Tronzano, su delega del titolare delle Infrastrutture Marco Gabusi. Da quel versante sono arrivate parole piuttosto decise che rimandano all’intenzione di non poter fare da bancomat all’occorrenza, ma una partecipazione dell’ente sarebbe possibile nel caso ci fosse uno spirito collaborativo che ad oggi non si vede.

Per Forza Italia il componente della commissione Lavori Pubblici Carlo Giacometto osserva come “il coinvolgimento dei parlamentari del territorio sul tema della vendita delle azioni Sitaf del Comune e della Città metropolitana di Torino è certamente apprezzabile, anche perché ci offre l'opportunità di conoscere più nel dettaglio quanto stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato l'esito del percorso di vendita diretta ad Anas immaginato nel 2014 dai due Enti, allora entrambi governati dal Pd”. Per il deputato azzurro è, invece, “molto meno apprezzabile il silenzio, su questa partita, da parte del Governo giallorosso e del ministero delle Infrastrutture: se, infatti, la volontà di Pd e M5S, sia a livello locale, sia a livello nazionale, è di mantenere la maggioranza pubblica delle azioni in Sitaf, si tratta in primo luogo di dare indicazioni ad Anas in tal senso. Cosa che, al momento non è avvenuta e che, nel caso, dovrebbe avvenire entro pochi giorni, stante la scadenza imminente per l'ottemperanza alla sentenza del Consiglio di Stato. Sentenza – aggiunge Giacometto - che prevede, comunque, una gara, cui qualunque soggetto, pubblico o privato, potrà partecipare, aggiudicandosela con un'offerta che dovrà essere vantaggiosa per la collettività, in termini di investimenti, di riduzione di tariffe, di manutenzione costante della rete”.

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