ECONOMIA DOMESTICA

Anno nero per il commercio: chiuse oltre 9 mila attività

Il 2019 è stato drammatico: migliaia di negozi e piccole imprese hanno tirato giù le serrande. A Torino un saldo negativo di 3.184 unità. "L'emorragia non si ferma, servono interventi urgenti a salvaguardia del settore", afferma Coppa di Ascom

Il terziario è il settore più in difficoltà nella provincia di Torino: nel 2019 – secondo la ricerca di Ascom con Format Research – oltre 9.000 imprese sono andate in fumo e, di queste, 2.000 sono del commercio. Se si considera che nei dodici mesi nel terziario sono nate 6.060 imprese il saldo è negativo di 3.184 unità. Sono fermi i ricavi e i rapporti con le banche sono sempre più freddi. Le previsioni non sono positive: le imprese sono più pessimiste anche sul fronte dell’occupazione. Aprono bar, ristoranti e strutture ricettive, ma chiudono i negozi di vicinato e i centri storici diventano sempre più a misura dei turisti e meno dei residenti. “Siamo preoccupati. L’emorragia non si ferma. Servono interventi urgenti a salvaguardia del settore. Il tavolo di crisi avviato con Comune e Regione è solo un primo passo”, dice la presidente dell’Ascom Torino, Maria Luisa Coppa. “Oltre la metà degli esercenti teme che lo scontrino elettronico possa avere un impatto negativo sulla propria attività. Molti non conoscono l’esistenza delle agevolazioni", spiega Carlo Alberto Carpignano, direttore dell’associazione dei commercianti.

Il 52% dei commercianti torinesi ha acquistato un nuovo registratore telematico per lo scontrino elettronico, il 16% ha provveduto ad adeguare il vecchio. Uno su quattro però – ha spiegato Carpignano - risulta ancora scoperto, non ha provveduto cioè a implementare alcun sistema per adeguarsi alla normativa, in particolare tra gli operatori di dimensioni più piccole e le imprese del commercio al dettaglio food. Dal 2010 a oggi il comparto del commercio ha perso l’11% delle imprese nel solo territorio della provincia di Torino. Molto più positivi i dati relativi alle imprese del turismo, aumentate dell’8% che sono anche quelle che hanno livelli di fiducia già elevati della media.

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