ECONOMIA DOMESTICA

Si aggrava il contagio economico, il Governo ci mette un tampone

Prende forma il decreto con gli interventi a sostegno del mondo del lavoro e delle imprese. Il nodo delle risorse per la Cassa in deroga allarma il Piemonte. Alla piccola impresa non bastano solo misure fiscali, serve un'iniezione di denaro

Un indice molto fitto di misure previste per fronteggiare gli effetti del coronavirus – sulla salute, l’economia e la vita sociale – ma non poche le pagine che ieri a tarda sera erano ancora bianche nella bozza del decreto che oggi verrà firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. E sono, in gran parte, quelle che dovrebbero contenere i provvedimenti a favore dell’impresa e del lavoro autonomo.

Drastici ma sostanzialmente definiti quelli sul fronte sanitario, restano ancora molte incognite sulle misure che riguardano il sistema produttivo. A partire dagli interventi necessari a contenere le conseguenze sul mondo del lavoro, dove appare abbastanza nettamente una certa propensione a privilegiare anzitutto la platea dei dipendenti delle aziende private, lasciando ancora piuttosto vaghe le disposizioni relative agli autonomi, ai professionisti e alle cosiddette partite Iva: soggetti che soffrono e soffriranno vieppiù nelle prossime settimane una carenza di liquidità dovuta ai mancati incassi e per i quali potrebbero risultare del tutto insufficienti soluzioni meramente fiscali, quali il credito di imposta o similari. Solo un’iniezione di denaro avrebbe il potere di ristorare, almeno in parte, attività messe in ginocchio dalle ricadute economiche dell’epidemia.

Se è prevista la cassa integrazione in deroga, a copertura delle aziende anche con un solo dipendente, resta da capire se quel vuoto per il settore autonomo potrà essere colmato, come pare, solo da interventi indiretti sulla fiscalità. Difficile l’applicazione dell’helicopter money, ricetta tanto cara alla scuola liberista, recentemente attuata a Hong Kong, che prevede una pioggia di denaro direttamente nelle tasche di professionisti e piccoli imprenditori per scongiurare che al termine delle nove settimane (a partire dal 23 febbraio) – periodo sul quale è calibrato il decreto – li trovi stremati e con le rispettive attività chiuse. “C’è poca attenzione – spiega Carlo Giacometto, deputato di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Bilancio e Finanze del partito piemontese – a coloro che tutte le mattine si mettono in gioco, e che oggi si trovano a vivere una crisi di liquidità senza precedenti che mette a dura prova la loro stessa continuità aziendale”. Si vedrà nelle prossime ore, ma conviene non farsi troppe illusioni.

Più definiti i provvedimenti a beneficio delle famiglie, per le quali vista la chiusura prolungata delle scuole è previsto che "ai genitori lavoratori di figli sino a 14 anni sia riconosciuto un periodo di congedo parentale straordinario pari a dieci giorni, senza riduzione della retribuzione. Se tali giorni di congedo vengono utilizzati in parti uguali da entrambi i genitori, essi sono incrementati di ulteriori cinque giorni”. In alternativa, un “voucher baby sitter” da 600 euro che potrà essere usato anche per le badanti. Dalla bozza inoltre si apprende che “è prevista la sospensione fino a 18 mesi del pagamento delle rate per mutui sulla prima casa per chi ha subito una sospensione dal lavoro o una riduzione dell'orario”.

Se certamente una delle misure di maggiore impatto sul fronte economico resta la cassa integrazione in deroga, chiesta a gran voce nei giorni scorsi dai presidenti delle Regioni, dalle associazioni di categoria e dai sindacati, anche su questo punto ci sono ancora alcuni punti da chiarire. All’articolo 15 del testo si indica la spesa come “limitata ai residui delle risorse o al massimo delle risorse assegnate alle Regioni”. Questo cosa potrebbe significare? Nel primo caso per il Piemonte sarebbe una pessima notizia visto che il residuo somma a circa due milioni: somma del tutto insufficiente a far fronte alle esigenze, come sottolineato in questi giorni da Alberto Cirio e dalla parlamentare Claudia Porchietto, cui il governatore ha delegato lo scottante dossier. Nella seconda ipotesi resterebbe da vedere quale sarà la dotazione data alla regione, se cioé verrà ripristinata la vecchia dotazione che ammontava a 19,2 milioni.

Nell’elenco degli aventi diritto alla Cig in deroga ci sono tutti, compresi gli stagionali, compresi gli agricoli e gli addetti del comparto turistico (che per il Piemonte contempla i lavoratori delle località di montagna e degli impianti sciistici). Inoltre, i datori di lavoro che sospendono o riducono l'attività lavorativa a causa dell'emergenza coronavirus "possono presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all'assegno ordinario con causale emergenza Covid-19 per un periodo massimo di nove settimane”.

Maggioranza e opposizioni fino a tarda notte hanno continuato a inviare osservazioni e proposte per completare il testo del decreto che – come osservava ieri un parlamentare del centrodestra – era molto caratterizzato da misure riguardanti, ovviamente, il ministero della Sanità e quello del Lavoro, mancando ancora quello cruciale del Mef e la parte di pertinenza dello Sviluppo Economico.

Forte è l’attesa per questo terzo decreto del presidente del Consiglio da parte di tutte le categorie, dal turismo all'industria passando per il commercio e i servizi, anche se i timori maggiori arrivano proprio dalle piccole e piccolissime imprese e dagli autonomi, così come da quei lavoratori avventizi o peggio che non potranno fruire neppure della cassa integrazione in deroga. Ma ad incombere c’è il pagamento degli F24 per il saldo Iva che scade lunedì prossimo. Inevitabile una proroga. Tanto che nel caso remoto non si riuscisse a completare la stesura del decreto che Conte ha intenzione di annunciare e varare entro la mezzanotte, si profila l’ipotesi di uno stralcio per garantire comunque lo spostamento a data da destinarsi dell’adempimento fiscale. 

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