SCIUR PADRUN

Confindustria, il virus congela il duello

Slitta al 16 aprile il voto per designare il prossimo leader degli industriali. La torinese Mattioli punta a recuperare lo svantaggio sul concorrente lombardo. Ora la priorità è l'emergenza sanitaria Coronavirus e soprattutto le ricadute economiche

Viale Astronomia può attendere. Slitta, così, dal 26 marzo al 16 aprile il voto per designare il prossimo leader degli industriali, carica per cui è ancora tutta aperta la sfida tra il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi e la vicepresidente di Confindustria, la torinese Licia Mattioli che ha deciso di restare in corsa mostrando fiducia sulle sue chance di recupero in un rush finale, nonostante un pressante quanto inusuale invito a ritirarsi arrivato dai tre saggi incaricati di sondare intenzioni e umori del mondo imprenditoriale ed indicare eventuali ulteriori candidature.

Il rinvio non pregiudica, tuttavia, la data finale prevista per l'elezione del nuovo presidente di Confindustria che ad oggi resta fissato al 20 maggio, con il voto di conferma dell'assemblea degli industriali. Vincenzo Boccia, alla fine del suo mandato non più rinnovabile, ha comunicato la decisione del rinvio del con una lettera inviata ai componenti del consiglio generale.

Il presidente uscente sottolinea l'esigenza di "difendere i valori ed i principi" del sistema di rappresentanza degli industriali, quindi le "regole inderogabili" che prevedono di votare personalmente, e soprattutto a scrutinio segreto, come al momento l'emergenza coronavirus non consente. Per Boccia questa è anche l'occasione per soffermarsi, in un ambito più interno e ristretto, sui "giorni difficili" che anche gli imprenditori stanno vivendo, "sfidati da una emergenza che non ha precedenti". Il numero uno di Confindustria nota come “la delicata situazione che il Paese sta vivendo, che tutti noi stiamo vivendo, coglie il sistema in un momento di particolare sensibilità e questo ci impone più di sempre senso di responsabilità e consapevolezza delle priorità”.

Le voci su un possibile rinvio del voto, orientamento che avrebbe visto fin dall'inizio favorevole l'ex presidente dell'Unione Industriale di Torino oggi in corsa per la successione a Boccia, avevano già animato il dibattito interno con posizioni differenti e una forte spinta, soprattutto da una parte del Nord, a procedere senza modificare l’agenda. Questo, anche a costo di far apparire a dir poco anacronistico l’atteggiamento dell’associazione datoriale di fronte a un’emergenza che ha sconvolto tutto, compreso e non certo ultimo il mondo dell’impresa.

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