CORONAVIRUS & POLITICA

I sindaci a Cirio: "Così non va"

Cinquanta primi cittadini dell'area metropolitana di Torino indirizzano una lettera aperta al governatore per chiedere di rivedere la catena di comando nella gestione dell'emergenza. Rsa, tamponi, mascherine, trattamento dei dati e fondi per le famiglie - DOCUMENTO

Il tono è garbato, improntato alla più alta collaborazione istituzionale. Nella sostanza, però, compare più di una preoccupazione nelle parole dei 50 sindaci dell’area metropolitana di Torino che hanno sottoscritto una lettera inoltrata al presidente Alberto Cirio (e per conoscenza a Chiara Appendino) per chiedere maggior coinvolgimento, più trasparenza e ed efficacia nelle azioni di contenimento dell’epidemia. Il primo firmatario è il sindaco di Grugliasco Roberto Montà, in qualità anche di capogruppo Pd nella Città metropolitana.

“Rsa, tamponi, mascherine, misure di assistenza alle famiglie e gestione dei dati: queste le questioni per noi prioritarie sulle quali riteniamo serve da subito un’azione più efficace e un maggior coinvolgimento dei Comuni – spiega Montà –. La situazione è difficile per tutti, ma non possiamo fare finta che non ci siano problemi e che qualcosa non stia funzionato nel rapporto tra la Regione, l’Unità di crisi e i Comuni”.  

Su Rsa, hospice e case di cura “il numero dei tamponi appare ancora insufficiente in relazione alle segnalazioni al Servizio di igiene e sanità pubblica. Confidiamo che si prosegua nel trend di incremento” si legge nella missiva. I sindaci chiedono inoltre “un ulteriore sforzo di sinergia e tempestività nella gestione e comunicazione dei dati sul contagio”.

S’intitola “#Insiemecelafaremo”, con tanto di hashtag, la lettera. Nella quale emerge l’assenza finora di un coordinamento tra l’unità di crisi e gli oltre trecento comuni dell’ex provincia del capoluogo. D’ora in poi servirà “cambiare marcia”. Tra i sottoscrittori quasi tutti i sindaci delle principali città dell’area metropolitana: Grugliasco, Settimo, Borgaro, Chieri, Leini, Collegno. Non c’è Rivoli, da poco passata al centrodestra, e neanche Moncalieri, la città più popolosa dopo Torino, e Nichelino: queste ultime entrambe amministrate dal centrosinistra.    

Leggi la lettera dei 50 sindaci

 

Sulle misure di assistenza varate dal Governo attraverso la Protezione Civile ed erogate dai Comuni “ciascuno ha gestito il procedimento in piena autonomia. Se, come auspicabile, lo stanziamento sarà rinnovato occorrerà un maggior presidio  da parte della Regione teso ad uniformare le procedure”. Per gli aiuti alle famiglie, inoltre, i sindaci chiedono risorse integrative dalla Regione.

E infine l’annosa questione dei dispositivi di protezione individuale, a partire dalle mascherine, obbligatorie, così come i guanti, da mercoledì scorso per tutti gli addetti alla vendita e raccomandate per i clienti. Anche su questi approvvigionamenti siamo all’ognun per sé… “Ogni comune si sta adoperando con una sorta di fai da te che dà luogo a confusione e difformità evidenti. Riteniamo quindi urgente e necessario pianificare e coordinare forniture e modalità di distribuzione come sta avvenendo in altre Regioni”. Secondo i sindaci “è urgente e necessario cambiare marcia, rafforzare il lavoro di squadra tra la Regione e i Comuni e definire una catena di comando rapida ed efficace”. Così come non è stato fin qui. 

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