POTERI FORTI

Vertice per arginare Profumo

Meeting virtuale tra Comune di Torino, Regione ed enti camerali per delineare una strategia sui nuovi assetti della Compagnia di San Paolo. Il nodo del vicepresidente. L'ex rettore punta su una collega genovese, ultime schermaglie in vista del 4 maggio

Una Santa Alleanza per difendere il territorio torinese e soprattutto le proprie rendite di posizione, provando ad arginare un Francesco Profumo sempre più straripante e autonomo nelle dinamiche interne alla Compagnia di San Paolo. Del resto, l’ex ministro montiano deve la principalmente la riconferma al ceo di Intesa Carlo Messina, di cui la fondazione è prima azionista, e a Giuseppe Guzzetti, gran pontefice della finanza bianca lombarda: inevitabile che i sussurri di Oltreticino vengano tenuti in debita considerazione. In questo quadro se Chiara Appendino si è dovuta acconciare alla bell’e meglio, soprattutto per evitare di perdere lo scettro della designazione del presidente, che la consuetudine assegna all’inquilino di Palazzo civico, non è un mistero che la sindaca grillina non consideri l'ex rettore del Poli il proprio “uomo” in corso Vittorio Emanuele. Da qui l'esigenza di delineare una strategie e trovare alleati.

La fin troppa disinvoltura con la quale Profumo si sta muovendo nella composizione del futuro Comitato di Gestione, organo esecutivo della Compagnia, inizia a indispettire molti, anche quanti non hanno pregiudizialmente avversato il suo rinnovo. Con il cipiglio ben noto, quello che l’ha sostenuto nel disfarsi delle due carissime nemiche dello scorso mandato (le femme terrible Anna Maria Poggi e Licia Mattioli), oggi sta cercando di approntare un esecutivo, cucito su misura del presidente. E di un segretario, Alberto Anfossi, che pur non essendo stata la prima scelta di Profumo ha imparato a stare al suo posto, senza minimamente far ombra al capo.

Per sondare le possibilità di una strategia coordinata, oggi pomeriggio si incontreranno in videoconferenza l'assessore regionale Fabrizio Ricca, il collega del Comune di Torino Alberto Sacco (su preciso mandato dei rispettivi titolari, il governatore Alberto Cirio e la sindaca) e i presidenti di Camera di Commercio, Dario Gallina, e Unioncamere, Ferruccio Dardanello. Insieme possono contare su cinque componenti del Consiglio generale - Valeria Cappellato (Comune), Alessandro Barberis (Unioncamere), Carlo Picco (Regione Piemonte), Vincenzo Ilotte ed Rosanna Ventrella (Camera di Commercio di Torino) - più lo stesso Profumo che, come detto, è stato nominato da Appendino solo per salvare le apparenze, ma risponde a se stesso in asse con Ca’ de Sass.

Secondo rumors insistenti, Profumo avrebbe già ipotecato la vicepresidenza della Compagnia per Paola Girdinio, già preside della facoltà di Ingegneria dell'ateneo di Genova e consigliere d'amministrazione di Enel, vecchio e mai del tutto sopito sogno del professore torinese ma di origini liguri. Si tratta di individuare un candidato da contrapporre, probabilmente l'ex presidente della Camera di Commercio Vincenzo Ilotte. Compito non facile né scontato il risultato. Anzi per loro il rinnovo del board di corso Vittorio potrebbe trasformarsi in una Caporetto: prima il tentativo di Appendino di individuare un altro presidente per la Compagnia, poi il suo impegno (pare con scarce chance) per far ottenere la cooptazione di Licia Mattioli, ora anche l'onta di subire un vicepresidente espressione del sistema ligure. Con il concreto rischio di far finire Torino ai margini della sua fondazione.

Per provare a stoppare le manovre di Profumo, che ormai è percepito come uomo dei milanesi di Intesa e dell'Acri, l'associazione delle fondazioni bancarie italiane, i quattro sarebbero pronti a boicottargli la cooptazione del professor Alessandro Commito, ingegnere laureato al Politecnico di Torino, particolarmente vicino a Profumo. Schermaglie preventive? Chissà. C'è tempo per molti giochi fino al 4 maggio, giorno della designazione del Consiglio generale che coopterà tre suoi componenti e verrà nominato il Comitato di gestione.

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