EMERGENZA ECONOMICA

Riparti (in fretta) Piemonte

Cirio annuncia "tempi strettissimi" per l'erogazione degli oltre 800 milioni di euro contenuti nel disegno di legge approvato oggi in giunta. Semplificazione: bar e ristoranti potranno raddoppiare il dehor. In zona Cesarini arrivano anche 13 milioni per gli ambulanti

Si è fatto attendere più del dovuto ma dopo un paio di stop and go è finalmente stato approvato questo pomeriggio il disegno di legge Riparti Piemonte: 808 milioni che la Regione inietta nel sistema economico piemontese per tentare un difficile rilancio dopo la crisi causata dall’emergenza Covid. Un tesoretto pronto per essere distribuito in tempi “strettissimi”, assicura il governatore Alberto Cirio, composto per 437 milioni da risorse proprie della Regione, 354 milioni di fondi europei legati ancora alla programmazione 2014-2020 (Fesr: 144,5; Fse: 135,5; Feasr: 74,2) e infine 18 milioni derivanti dal fondo sanitario nazionale. “Il crono-programma - rimarca il numero uno di piazza Castello – prevede l’approvazione definitiva entro metà maggio. C’è la disponibilità man mano che approviamo pezzi del piano a stralciarli per iniziare subito a mettere in campo le relative misure”.

Assieme alla “gamba” finanziaria, il provvedimento cammina grazie su quella della semplificazione: “In questi tempi di generale difficoltà finanziaria, la sburocratizzazione può essere la giusta leva per la ripartenza economica” spiega il neo assessore alla Semplificazione Maurizio Marrone. Tra i provvedimenti presi c’è la moratoria alle aperture di nuovi centri commerciali per dare un segnale di vicinanza ad  ambulanti e ai piccoli negozi di prossimità, lo stop ai Durc – Documento di regolarità contributiva - consentirà di lavorare e ricevere pagamenti a tante imprese a rischio liquidità, poi c’è il “Raddoppia Dehors” che permetterà a bar e ristoranti di richiedere un ampliamento gratuito degli spazi di suolo pubblico, il Lavora Piemonte che sancirà il primato delle imprese piemontesi negli appalti pubblici, e infine “lo Sblocca cantieri che rimetterà in piedi un’edilizia rimasta impantanata”.

Circa 171 milioni sono risorse totalmente nuove, che saranno erogate senza indebitare la Regione e senza mettere nuove imposte. “Abbiamo agito su alcuni elementi resi possibili dalla nuova normativa, per esempio rinegoziando qualche mutuo, e soprattutto usando i 100 milioni dall’accantonamento dei fondi messi da parte per riacquistare dei derivati – afferma Cirio –. Oltre a questo abbiamo recuperato circa 50 milioni che erano da parte per i cofinanziamenti dei fondi Ue. Il resto sono fondi che erano già presenti in bilancio. I fondi Ue sono stati rimodulati spostando alcune poste o modificando i bandi in modo da piegarli alle esigenze della ripartenza”.

ECCO TUTTI I BENEFICIARI

Nei giorni scorsi Cirio aveva già annunciato un accordo con le organizzazioni del commercio per elargire 88 milioni a bar, ristoranti, centri benessere, pasticcerie e gelaterie, gastronomie, estetisti e discoteche che avevano dovuto chiudere in questi due mesi di lockdown: per loro un contributo a fondo perduto tra i 2mila e i 2.500 euro, cui si aggiungono circa 1.000 euro a testa per i tassisti. Tutto contenuto nel Bonus Piemonte, un pezzo del ddl appena varato, che certamente farà felici molti, ma che allo stesso tempo ha scontentato i tanti esclusi: dall’abbigliamento (ancora chiuso, salvo quello infantile), alle librerie e cartolerie (che in Piemonte aprono soltanto oggi, a differenza di ciò che è successo nella maggioranza delle altre regioni Italiane), ai benzinai (che hanno visto ridotto l’erogato del 90%), agli ambulanti (in particolare non alimentari)alle attività e guide turistiche. “Per loro - dice il presidente di Confesercenti Giancarlo Banchieri - ci attendiamo dalla Regione la stessa attenzione”. “Ci sarà una seconda tranche di aiuti” gli risponde Cirio. E una prima risposta arriva dall'introduzione, in zona Cesarini, già in questo provvedimento, di 13 milioni per ambulanti e negozi rimasti fuori dal Bonus Piemonte.

Un documento rivisto e limitato fino all’ultimo momento, approvato in giunta pochi minuti prima della conferenza stampa convocata alle 17 e poi procrastinata sin quasi alle 18, mentre dall’opposizione il Pd lamentava la mancata presentazione dell’atto in Prima Commissione, riunita questa mattina proprio per discutere del Riparti Piemonte. “A che gioco stiamo giocando, presidente Cirio?” hanno chiesto provocatoriamente in una nota il capogruppo Pd Domenico Ravetti e il suo vice Raffaele Gallo.

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