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Regio, i coristi le cantano alla sindaca: "No al commissariamento"

Dipendenti in piazza manifestano intonando il Va' Pensiero. Poi l'audizione con Appendino e capigruppo: "Atteggiamento punitivo nei confronti delle maestranze". Barra (Uil): "Situazione grave, precaria e confusa"

Un concerto davanti a Palazzo Civico, poi l’audizione durante la conferenza dei capigruppo per manifestare i timori sul futuro del Teatro Regio, dopo l’inchiesta della magistratura e l’avviso di garanzia recapitato all’ex sovrintendente William Graziosi, e la decisione della sindaca Chiara Appendino di commissariare l’ente lirico dopo i disastrosi conti del 2019 (prima ancora che arrivasse il Covid a peggiorare ulteriormente la situazione). I dipendenti sono preoccupati, temono un declassamento del Regio da parte del Ministero: i loro rappresentanti lo hanno ribadito davanti agli esponenti di tutte le forze della Sala Rossa. “In 38 anni di lavoro al Regio, non ho mai visto una situazione così precaria, grave e confusa” afferma Mauro Barra, corista e rsu della Uil. L’incontro con la sindaca e i consiglieri dopo aver intonato il Va’ Pensiero in piazza Palazzo di Città, poi il grido: “Vergogna”. La situazione è grave: il disavanzo è di 2,3 milioni, la prima cittadina vuole un commissario per rimettere a posto i conti una volta per tutte, loro non ci stanno e si oppongono. “C’è un atteggiamento punitivo nei confronti delle maestranze del Regio – dicono – così come c’è stato nei confronti di tutti i vertici apicali che si sono opposti a Graziosi e a una linea che di certo non ha risanato il Teatro” dicono.

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