EMERGENZA ECONOMICA

Un altro lockdown? Per il commercio sarebbe il colpo di grazia

Negozianti e imprese del terziario incrociano le dita. I ricavi di queste settimane non sono sufficienti a recuperare i mancati incassi del lungo periodo di stop. Grande sofferenza per il comparto turistico

Le imprese del commercio, del turismo e dei servizi della provincia di Torino non hanno fiducia nella ripresa economica, considerano l’emergenza sanitaria “alle spalle” e temono un nuovo lockdown. Ci sarà un contenuto rialzo dei ricavi nei prossimi mesi, ma “non sufficiente a recuperare il terreno perduto”. Per l’85% se ritornasse il virus non sarebbe possibile reggere una nuova sospensione dell’attività e sarebbe il colpo di grazia. È a rischio soprattutto nella seconda metà dell’anno la tenuta dell’occupazione. È il quadro che emerge dall’Osservatorio del terziario torinese, presentato oggi in videoconferenza.

A soffrire di più sono ancora le imprese del turismo, reduci da un trimestre di quasi azzeramento dell’attività, con un elevato numero di disdette di prenotazioni per la stagione estiva. Durante il lockdown sono cambiate le abitudini dei consumatori con un incremento della spesa on line (Torino è al primo posto) e delle consegne a domicilio.

“Il clima di fiducia ancora troppo basso, il crollo dei consumi e una ripresa che stenta a partire sono i chiari indicatori dello stato di estrema sofferenza economica in cui si trovano le imprese del terziario torinese a partire da commercio, turismo, servizi e trasporti. Troppe le incognite dell'autunno che pesano sui nostri imprenditori e decisamente insufficienti le risposte del governo e della politica”, commenta Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom Confcommercio Torino. “A fine settembre avremo recuperato non più della metà del gap con il periodo pre-covid. L’emergenza economica non deve vivere una nuova emergenza sanitaria: la quasi totalità delle imprese riterrebbe insostenibile un nuovo lockdown”, aggiunge Carlo Alberto Carpignano, direttore dell’associazione.

La maggior parte delle imprese giudica la crisi sanitaria alle spalle e il 55 per cento non teme rischi futuri per la salute. Se l’emergenza sanitaria è (per il momento) messa in secondo piano, lo stesso non si può affermare per l’emergenza economica. È questa che influenza negativamente il clima di fiducia degli operatori del terziario, che per la seconda metà dell’anno prevedono un rimbalzo in termini di performance della propria attività, che tuttavia continuerà a mostrare un andamento di molto al di sotto dei livelli del 2019. A mostrarsi più scettiche sull’efficacia delle misure a contro la crisi economica sono prevalentemente le imprese del turismo (strutture ricettive e ristorazione), unitamente a quelle del commercio no food. Aumentano i prezzi praticati dai fornitori: la situazione è peggiorata, specialmente per quel che riguarda le vendite al dettaglio di generi alimentare. Peggiorano i tempi di pagamento dei clienti, che faticano a saldare le proprie posizioni e continueranno sullo stesso trend nei prossimi mesi, mettendo sempre più a rischio la tenuta finanziaria delle imprese. 

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