LE REGOLE DEL GIOCO

"Non tagliare la rappresentanza"

Rosatellum, Mattarellum, Porcellum, ora il Brescellum. A colpi di latinorum i partiti vogliono riscrive la legge elettorale a proprio uso e consumo. Le condizioni di Fornaro (Leu) e Giacometto (FI)

Immancabile il latinorum con cui battezzare quel che ancora non si sa se verrà partorito come legge. E dunque da giorni e per settimane, mesi si discute e discuterà sul Brescellum (dal deputato pentastellato Giuseppe Brescia che ha predisposto il nuovo modello, anzi uno dei nuovi giacché sono diversi i progetti parlamentari). In estrema sintesi: proporzionale con soglia di sbarramento al 5%.

“In questa fase politica la scelta del proporzionale è l’abito più adatto – spiega Federico Fornaro, il capogruppo di LeU a Montecitorio, che i sistemi elettorali li studia e li maneggia da anni – ma per la storia politica ed elettorale italiana il 5% rischia di far pagare un prezzo eccessivo in termini di mancata rappresentanza di milioni di elettori”. Da qui, ma anche per quella naturale necessità di sopravvivenza parlamentare di partiti che quella soglia possono rischiare di non raggiungerla (e come si vedrà tra questi può esserci pure Forza Italia), il no al Brescellum così com’è da parte di Leu. Che con un emendamento chiede di abbassare l’asticella al 4%, percentuale già in essere nel Mattarellum (che la Lega vuole resuscitare con la proposta firmata dal capogruppo Riccardo Molinari), oltre che vigente per le elezioni europee.

“È giusto tenere fuori dal Parlamento un milione e mezzo di elettori? – chiede Fornaro, riferendosi a ciò che accadrebbe con la soglia al 5% –. La mia risposta è no”. Ma c’è un’altra domanda che ancora non ha una risposta certa: si continuerà con le liste bloccate del Rosatellum del quale il Brescellum è una modifica con l’eliminazione della quota maggioritaria, oppure tornerà il dibattito sulla privazione del diritto di scelta per l’elettore e liste composte dalle segreterie di partiti?

“Forza Italia è da sempre contraria alle preferenze, prediligendo una scelta maggioritaria con l'elezione dei parlamentari attraverso collegi uninominali”, conferma il deputato azzurro Carlo Giacometto il cui partito si trova sul fronte avverso al Brescellum. Non è un mistero il rischio per una forza politica già in difficoltà dall’eliminazione dei collegi uninominali, gli stessi che hanno consentito in Piemonte nel 2018 al partito di Silvio Berlusconi di portare in Parlamento più uomini e donne di quanti sarebbero stati nel caso si fosse votato col proporzionale puro. Ed essendo fuori dai radar, oggi ancor più di allora, l’ipotesi di un listone del centrodestra, gli azzurri hanno ragioni da vendere per temere la scomparsa dei collegi uninominali. Senza poter stare tanto tranquilli neppure guardando alla riduzione dei parlamentari e pure a quella soglia del 5 per cento.

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