PALAZZO LASCARIS

Centrodestra alla prova, tra ungulati e numero legale

Defezioni e assenze sempre più frequenti, spia del malessere che cova all'interno della coalizione. Soprattutto verso la Lega. Riunione di Fratelli d'Italia con il coordinatore Comba. Nei prossimi giorni probabile la convocazione di un vertice di maggioranza

Preionaland continua a far discutere la maggioranza. La legge sulla specificità montana del Verbano-Cusio-Ossola che il capogruppo della Lega Alberto Preioni, eletto in quel territorio, ha voluto rifare abrogando quella in vigore rischia di dover segnare il passo. Oggi in Consiglio regionale si parte con l’esame della proposta di legge 41, per il contenimento della crescita della popolazione di ungulati, ma è il testo che è valso il nuovo toponimo alla provincia di Preioni a creare più di un grattacapo allo schieramento di centrodestra. Ieri, alla vigilia della seduta odierna, al cui ordine del giorno è iscritta la Pdl n° 59 assieme a un pacchetto di atti di indirizzo e alla modifica dello statuto del Museo Egizio (con il controversa via libera al terzo mandato per la presidente Evelina Christillin) le previsioni erano piuttosto pessimiste. La sempre più frequente mancanza del numero legale è, infatti, spia di un malessere che attraversa ampi strati delle forze di governo, persino della Lega.

Insomma, più delle pesanti critiche mosse dai banchi del Pd dove si bolla la proposta di legge come un’operazione di facciata ddi Preioni, a preoccupare sono i mal di pancia nella maggioranza dove le modifiche introdotte convincono poco e innervosiscono molto le altre province e i loro eletti a Palazzo Lascaris che non riescono a digerire l’eccessiva sperequazione tra i territori a favore del Vco. Tant’è che proprio su questa differenza di risorse il Pd ha presentato un testo che tende a bilanciare e compensare, pur nel rispetto della norma nazionale, al fine di evitare che ci sia una parte della regione con le casse piene e un’altra alla canna nel gas. I rilievi mossi dall’opposizione circa la mancanza di copertura finanziaria potrebbero tornare utili a chi nella coalizione non riesce a nascondere del tutto l’intenzione di frenare e rallentare l’iter legislativo della norma-bandiera del capogruppo leghista, pronto a sventolarla nel suo bacino elettorale.

E che tiri un’aria non proprio leggera dalle parti della maggioranza lo testimonia anche la riunione convocata dal coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Fabrizio Comba, prima dell’avvio dei lavori in aula. Consiglieri e assessori si riuniscono per discutere, ma anche per mandare un chiaro segnale alla Lega: non tirate troppo la corda. Non è inoltre escluso che da quella riunione i Fratelli escano con la richiesta formale di un vertice di maggioranza prima della pausa estiva, per impostare i lavori alla ripresa, ma anche per fare chiarezza sugli equilibrii all’interno della coalizione.

Il partito di Giorgia Meloni da settimane, forte dei sondaggi, non fa mistero di stare stretto nello schema attuale così come del nervosismo provocato da più di una presa di posizione dell’azionista di maggioranza e, ancora una volta, più che altro del suo incontenibile capogruppo.

Nell’anno trascorso dall'insediamento di Alberto Cirio in piazza Castello, i Fratelli sono cresciuti nelle intenzioni di voto come nessun’altra forza politica e questo, a fronte di un calo della Lega, è un elemento pesante a sostegno della convinzione di avere deleghe in numero e in peso non adeguate. Una questione che potrebbe essere messa sul tavolo a settembre quando si avvierà il percorso di modifica dello statuto regionale per ampliare il numero degli assessori esterni.

Sono molti pronti a scommettere che Comba potrebbe rispolverare la richiesta pronta all’epoca della formazione della giunta, ovvero la delega alla Cultura. In quel frangente venne affidata alla leghista Vittoria Poggio (che mai ha mostrato troppo entusiasmo, preferendo occuparsi del più familiare Commercio) per evitare di affidare un assessorato di peso a Roberto Rosso. Adesso, con l’ingresso nell’esecutivo di Maurizio Marrone, FdI è pronta a rivendicare quello a cui aveva dovuto rinunciare. Con quanta determinazione e con quali carte da mettere sul tavolo, forse lo si potrà capire già dopo l’incontro di oggi e da quel che succederà in aula al momento di affrontare il testo tanto caro al capogruppo della Lega. Un po’ meno a molti altri.

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