GIUSTIZIA

Caso Pasquaretta, processo a ottobre

L'ex portavoce di Appendino accusato di tentata estorsione ai danni della sindaca e del viceministro Castelli. Altri episodi riguardano la consulenza al salone del libro, l'incarico a un consorzio della Basilicata e la proiezione della finale di Champions al Parco Dora

Si aprirà il 19 ottobre a Palazzo di giustizia l’udienza preliminare per il caso della presunta estorsione ai danni della sindaca di Torino, Chiara Appendino, orchestrata dal suo ex portavoce Luca Pasquaretta. Secondo l’accusa del pm Gianfranco Colace, Pasquaretta – dopo lo scioglimento consensuale del rapporto di collaborazione – nell’estate del 2018 avrebbe minacciato rivelazioni all’autorità giudiziaria per ottenere altri incarichi lavorativi. La sindaca è indicata come persona offesa insieme al viceministro dell’Economia Laura Castelli. Pasquaretta ha sempre respinto ogni accusa.

L’episodio rientra in un’inchiesta più vasta, terminata con la composizione di nove capi d’accusa a carico (a vario titolo) di otto indagati. Una delle vicende prese in esame riguarda l’incarico di responsabile dell’ufficio della comunicazione istituzionale del Consorzio di bonifica della Basilicata, assegnato a Pasquaretta nel dicembre del 2018: qui è contestata la turbativa d’asta. Per lo stesso Pasquaretta e per Giuseppe Musacchio, commissario straordinario del Consorzio, si aggiunge la corruzione: l’ex portavoce della sindaca, sempre secondo il pm, in cambio del lavoro avrebbe messo a disposizione le sue “relazioni politiche consolidate” per organizzare incontri con esponenti politici, di governo, funzionari ministeriali e del Comune di Torino utili alle esigenze di Musacchio.

Le altre sei persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio sono Francesco Capra (titolare della M&M Global Service), Mario Montalcini (vicepresidente della Fondazione per il libro di Torino), Giuseppe Ferrari (segretario generale), l’imprenditore Divier Togni, Antonella Maria Corrado (responsabile ufficio affari generali del Consorzio di bonifica della Basilicata) e Loredana Pellegrini (capo sezione del servizio direzione generale del Consorzio di bonifica della Basilicata). Gli episodi contestati sono diversi e, a seconda delle singole condotte, sono state mosse accuse di corruzione, peculato, traffico di influenze illecite, turbativa d’asta.

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