VERSO IL 2021

I sondaggi di Jahier, aspirante sindaco che piace tanto a Lepri (e pure a Fassino)

Fitto calendario di incontri tra maggiorenti del Pd ed esponenti dell'establishment cittadino per preparare la candidatura. Farina del sacco del parlamentare cattodem ha trovato nell'ex primo cittadino un primo influente sostegno

A Roma ha incontrato la vicepresidente del Senato Anna Rossomando e il collega Mauro Laus, a Torino i segretari del Pd subalpino e regionale, Mimmo Carretta e Paolo Furia e poi rappresentanti del mondo economico e finanziario come il presidente dell’Unione industriale Giorgio Marsiaj e il numero uno della Fondazione Crt Giovanni Quaglia. Un caffè l’ha preso pure con coloro di cui vorrebbe essere il successore: Valentino Castellani e Sergio Chiamparino. Il nome di Luca Jahier per una candidatura a sindaco di Torino il prossimo anno non è certo uno dei tanti buttati lì per vedere l’effetto che fa. Anzi, si consolida di giorno in giorno, e se all’inizio era semplicemente il candidato di Stefano Lepri, oggi gode del favore (o comunque della neutralità, che non è poco) di molti maggiorenti del Pd.  

Nato a Torino 57 anni fa, Jahier è stato tra i fondatori del Forum del Terzo Settore, ex presidente di Focsiv ed esponente di spicco delle Acli. Matrice cattolica, profilo internazionale visto l’incarico (in scadenza a ottobre) al Cese, il Comitato economico e sociale europeo, organo consultivo che rappresenta la società civile organizzata. Una delle tante strutture, comitati, enti e organismi che proliferano nel sottobosco della politica di Bruxelles, della cui reale utilità molti dubitano.

Da un paio di mesi si muove sottotraccia, senza troppo clamore ma in modo efficace. Il suo è l’identikit che Lepri sin dalla fine della primavera ha preso a far circolare: è lui il suo anti-Saracco. Perché anche su questo, e cioè che mai avrebbe sostenuto il rettore del Politecnico, Lepri era stato chiaro sin dall’inizio e cocciuto com’è si è messo per tempo a cercare un’alternativa che, all’occorrenza, potrebbe pure essere spendibile per una eventuale alleanza (o anche solo accordo di desistenza) con il Movimento 5 stelle. Ma se in un primo tempo è stato il deputato torinese il suo chaperon, ben presto a offrire supporto a Jahier è arrivato anche Piero Fassino.: alcuni appuntamenti sono stati propiziati da lui e anticipati da una sua telefonata. Certo, Jahier, sconta il fatto di non essere una figura particolarmente nota nel capoluogo piemontese, anche tra gli addetti ai lavori, ma chi l’ha incontrato, finora, ne ha ricavato una buona impressione. Il suo incarico al Cese, ha spiegato ai suoi interlocutori, è agli sgoccioli e non gli dispiacerebbe mettere al servizio della sua città l’esperienza e soprattutto la rete di rapporti e relazioni accumulate in questi anni in Europa..

Proprio la disponibilità offerta dall’ultimo segretario della Quercia ed ex sindaco Fassino ha indotto molti a pensare che attorno a Jahier si possano muovere le prime linee del Nazareno e che il suo nome potrebbe piombare anche su quel tavolo nazionale prospettato da Luigi Di Maio per spartirsi le candidature con l’attuale alleato di governo. “Dopotutto pur di strappare quella presidenza alla Commissione Affari Esteri il Lungo è stato pronto a tutto” dicono le malelingue del partito torinese. Mentre la soluzione Saracco inizia a offuscarsi e altre figure sembrano farsi largo sul grande palcoscenico elettorale.

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