VERSO IL 2021

Il Pd mette in moto le primarie

Lunedì prossimo la direzione regionale approverà il regolamento per la conta interna al centrosinistra e una "finestra" temporale per celebrarla. Saracco in pole position, ma non è solo. Jahier e Lo Russo ci pensano. Lavolta e Boni in pista. L'incognita delle firme

A urne referendarie (e regionali) ancora calde, con lo spoglio in corso, inizia la cavalcata per le prossime elezioni amministrative di Torino. La presidente del Pd Franca Biondelli ha convocato per lunedì 28 settembre la direzione piemontese che avrà il compito di discutere e approvare il “regolamento regionale per la selezione delle candidature alle cariche istituzionali”. Fuori dai tecnicismi vuol dire far partire l’iter per le primarie di coalizione. La finestra temporale sarà allargata in modo da consentire le consultazioni anche entro la fine dell’anno (tra novembre e dicembre) e non per forza tra gennaio e febbraio come previsto dall’attuale regolamento. Così, di fatto, da un punto di vista procedurale, il segretario Paolo Furia passa la palla alla Federazione di Torino affinché indichi, dopo le consultazioni del caso con la coalizione, l’eventuale data.  

Eventuale, certo. Perché non è ancora detto che siano necessarie. Dipende da molti fattori: da quanti decideranno di candidarsi e, non ultimo, da cosa deciderà quel tavolo nazionale insistentemente richiesto da Luigi Di Maio ai suoi alleati di governo. Arrivati a questo punto, però, chi vuole uscire allo scoperto dovrà farlo, soprattutto dopo la disponibilità che il rettore del Politecnico Guido Saracco avrebbe assicurato a confrontarsi in una conta interna al centrosinistra. Un via libera, seppur senza troppo entusiasmo, che sarebbe arrivato proprio in occasione dell’incontro – raccontato dallo Spiffero – con i vertici del Pd regionale e torinese, Furia e Mimmo Carretta, i quali due settimane orsono hanno varcato in delegazione il cancello di corso Duca degli Abruzzi, assieme al capogruppo dem a Palazzo Lascaris Raffaele Gallo. “Uno dei tanti appuntamenti fissati con gli stakeholder della città” avevano derubricato il vertice i diretti interessati, senza riuscire a celare un certo imbarazzo. La verità è che i tre erano andati per sondare la disponibilità del Magnifico a correre in eventuali primarie, naturalmente assicurando un adeguato sostegno che si è poi sostanziato nei giorni a seguire. Una settimana dopo per la precisione, quando un altro vertice riservato – tra Sergio Chiamparino e il senatore Mauro Laus – ha sancito il “patto del carciofo” al tavolo Vintage: il parlamentare torinese (di adozione) ottiene dal partito le primarie, ma allo stesso tempo non esclude un suo passo indietro (ammesso che ne avesse mai fatto uno avanti) proprio a vantaggio del rettore.

Insomma, pur lentamente, secondo le liturgie proprie della politica, ogni pezzetto del mosaico sembra trovare il suo posto. Ma guai a considerare la partita definitivamente chiusa. Tutt’altro. Resta da capire cosa farà un altro parlamentare torinese, cioè Stefano Lepri, che nei giorni scorsi – sempre sullo Spiffero – aveva pronunciato il suo endorsement a favore di Luca Jahier, il quale proprio in questi giorni ha concluso il suo mandato a capo del Cese, il Comitato economico e sociale europeo, ed è pronto a scendere in campo. Detto dei due candidati civici, anche il più accreditato tra i politici, l’attuale capogruppo dem Stefano Lo Russo dovrà varcare il Rubicone e dichiarare pubblicamente ciò che ha in animo da molto tempo. Finora a iscriversi (con ampio anticipo) ci sono il numero due della Sala Rossa Enzo Lavolta e il presidente dei Radicali Italiani Igor Boni. Ma attenzione: gli iscritti del Pd, per partecipare, dovranno ottenere l'appoggio del 35% dei componenti dell’assemblea o del 30% degli iscritti nel territorio che va al voto. Uno scoglio in grado di spegnere molte velleitarie aspirazioni.

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