SANITA'

Più medici contro le liste d'attesa

La Regione con i fondi del Governo vara un piano per smaltire l'arretrato di visite ed esami. Ma non basta. Rivetti (Anaao): "Non si può chiedere agli operatori sanitari di aumentare le ore lavorative, piuttosto servirebbero nuove assunzioni"

Non si riducono le liste d’attesa senza l’assunzione di nuovi medici. La posizione del sindacato Anaao Assomed appare quasi lapalissiana, eppure nel provvedimento della Regione Piemonte per tagliare le code virtuali davanti ad ambulatori e sale operatorie, di nuovi ingressi non si fa menzione, semmai si parla di estensione e rimodulazione degli orari. Su questo aspetto la segretaria del sindacato dei camici bianchi Chiara Rivetti fa una premessa: “Molti colleghi ospedalieri lavorano da sempre fino alle 20 nei giorni prefestivi, oppure durante le feste o di notte. E se non sono di guardia, sono reperibili, anche a Natale, Capodanno e il 1° Maggio. Siamo abituati a non avere orari, a trascurare le nostre famiglie e non ci spaventa”. Piuttosto, prosegue Rivetti “ci spaventa aggiungere dei turni pomeridiani e pre-festivi agli innumerevoli che già facciamo. E farlo sempre con le stesse forze”. E qui si torna alla madre di tutti i problemi, cioè “la carenza di specialisti” che “è oramai argomento abusato ma persiste: ad oggi quasi  tutti i reparti sono sotto organico e i colleghi colmano le carenze con un sovraccarico di lavoro. Come si può pensare di aggiungerne altro?”.

L’obiettivo della Regione non è solo di ridurre le liste d’attesa, problema atavico del Piemonte, ma anche smaltire l’arretrato che si è creato durante le settimane in cui tutti gli ospedali o quasi erano diventati enormi reparti Covid. Dalle prestazioni ambulatoriali agli screening oncologici: sono tante le visite passate in cavalleria o che restano ancora da smaltire. Per farlo la Regione ha redatto un piano in cui vengono incrementate le ore di lavoro con visite ed esami anche di sera utilizzando i 35 milioni di euro garantiti dal Governo.

È indispensabile che ai rappresentanti dei lavoratori cui, dopo l’emergenza Covid si richiede l’ennesimo sforzo a tutela dei cittadini, venga chiarito “se verranno coinvolti non solo gli specialisti ambulatoriali, ma anche i dirigenti ospedalieri; con quali medici si erogheranno più prestazioni e quanti medici sono già stati assunti per ampliare gli orari degli ambulatori; con quale remunerazione; con quali contratti; se le attività saranno volontarie; se gli specializzandi potranno essere coinvolti nelle attività dei presidi ospedalieri maggiormente in difficoltà (o continueranno ad essere  concentrati in pochi reparti); se l’aumento delle attività ambulatoriali comporterà un ridimensionamento di quelle di ricovero, strada a nostro parere non percorribile”. Tante domande alle quali la Regione dovrà presto rispondere.

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