VERSO IL 2021

Damilano ha detto "forse"

A Salvini l'imprenditore detta le sue condizioni per accettare la candidatura a sindaco di Torino: massima autonomia dai partiti e mani libere nella costruzione della lista civica. Ora le forche caudine della coalizione, con i Fratelli d'Italia piuttosto scettici

La Lega sperava in un sì, ma temeva un no, tanto da aver fatto scendere in campo lo stesso Matteo Salvini. E se il sì Paolo Damilano alla fine non lo ha pronunciato, le riserve da lui poste per accettare la candidatura a sindaco non sono parse così insormontabili. Anzi, nell’incontro di stamattina con l’ex ministro dell’Interno negli uffici del Senato, presente il segretario regionale Riccardo Molinari, l’imprenditore ha confermato la sua disponibilità a correre. Ad alcune condizioni. Insomma, un forse.

Sono tre i punti messi sul tavolo dal presidente della Film Commission. Il primo è la garanzia che un’eventuale sconfitta non ricada sulle sue spalle. E qui la risposta di Salvini è già arrivata chiara e rassicurante: “La coalizione lavorerà pancia a terra, ma nel caso questo non bastasse non sarai certo il capro espiatorio di un insuccesso che ci auguriamo non avvenga”, in sostanza quanto detto dal Capitano. Il secondo punto è la richiesta di un’autonomia totale rispetto ai partiti. Un passaggio molto importante che lascia intendere come Damilano voglia interpretare la sua figura civica. Anche su questo aspetto, per la parte che riguarda la Lega, in attesa di sentire Fratelli d’Italia e Forza Italia, strada spianata. Con un viatico che Salvini ha ricondotto alla sua strategia: “La tua figura interpreta ciò di cui c’è bisogno per allargare il campo del consenso ad ambiti elettorali che ancora non abbiamo raggiunto. Piena autonomia, assicurata”. Terza e ultima questione: mani libere per il candidato sindaco nella costruzione di una lista civica di sostegno, che potrebbe forse diventare anche qualcosa di più. L’idea dell’imprenditore, che sembra piacere alla Lega, sarebbe quella di far partire la sua discesa in campo proprio dalla lista civica, con i partiti del centrodestra che appoggiano e sostengono questa offerta elettorale.

Certo, sapendo come sono andate le cose quanto venne proposto per la presidenza della Regione Piemonte e come si sta evolvendo il quadro politico, con il partito di Salvini che ha in mano la golden share per indicare la candidatura e le trattative che ci saranno al tavolo nazionale, sarebbe un po’ una fiction, per restare in uno degli ambiti di Damilano, ma questa sembra comunque la strada segnata. Incassata, pur con (qualche) riserva, la disponibilità dell’imprenditore ora non resta che, sciolti gli ultimi nodi in un prossimo e ravvicinato incontro con Salvini e Molinari, attendere il tavolo nazionale e nel frattempo vedere le reazioni degli alleati. Soprattutto di Fratelli d’Italia dai quali, ai massimi vertici, continuano ad arrivare segnali di forti perplessità su Damilano.

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