CORONAVIRUS & POLITICA

Si chiude tutto domani, anzi no.
Il governo fa slittare il lockdown

La decisione a poche ore dall'entrata in vigore delle restrizioni non fa che aumentare il caos tra cittadini e commercianti. Molti locali avevano già predisposto la chiusura. Prosegue lo scontro con le Regioni: "Misure adottate su dati di dieci giorni fa" - VIDEO

Chi aveva avvisato i clienti, chi spento i forni, chi aveva detto alle commesse che si sarebbe rivisti, speriamo, tra un paio di settimane. Ormai erano tutti pronti, rassegnati, a non tirare su la serranda né ad accendere la macchina del caffè, domattina. Giovedì si chiude tutto, o quasi, nella zona rossa che poi è tutto il Piemonte. Invece, contrordine compagni come si diceva quando certe brutte figure si cercava di evitarle. Adesso si cerca pure di imbellettarle: dopo non essere riusciti in ventiquattr’ore a stabilire quali debbano essere le zone rosse, arancioni e gialle, a mettere una parola certa e definitiva tra i poteri del Governo e quelli delle Regioni, da Palazzo Chigi fanno sapere che le misure previste dal Dpcm dal lungo e laborioso parto notturno saranno applicate da venerdì “per consentire a tutti di disporre del tempo utile per organizzare le proprie attività”. A dir poco sconcertato è il mondo del commercio e degli addetti alla ristorazione. “Una vergogna, un caos gigantesco. Centinaia di aziende fino alle 19 non sapevano cosa fare il mattino dopo. Non si trattano così le imprese. Siamo stufi. Se pensano che e nostre che le nostre aziende siano sacrificabili si sbagliano”, si sfoga il presidente di Confesercenti Piemonte, Giancarlo Banchieri. Le organizzazioni degli esercenti sono state subissata durante la giornata dalle telefonate dei commercianti che chiedevano lumi sul decreto del governo e la sua applicazione.

Insomma, le restrizioni slittano a venerdì 6 novembre anche se, quando sono le 18 di mercoledì 4, il governo presieduto da Giuseppe Conte non ha ancora comunicato alle Regioni in quali fasce di rischio sono state inserite. Le notizie sono frammentate, le indiscrezioni rimbalzano sui social, tutti attendono che Palazzo Chigi finalmente batta un colpo. Lo scontro tra l’esecutivo e i governatori va avanti ormai da due giorni. Lombardia e Piemonte in particolare considerano “inaccettabile” il fatto che, “l’ultima valutazione della cabina di monitoraggio del Cts con l’analisi dei 21 parametri risale a circa 10 giorni fa”.

Il verdetto, dopo una lunga giornata di incertezze, arriva all’ora di cena con la conferenza stampa del premier. Il Piemonte si conferma in “area rossa” e il nuovo Dpcm slitta di iun giorno. Il governatore Alberto Cirio, su Facebook, avvisa i cittadini poco prima delle parole di Conte: “Ho appreso direttamente da fonti del ministero che l’ordinanza con le misure di restrizione entrerà comunque in vigore da venerdì”. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza con i dati dell’ultimo monitoraggio e le misure resteranno in vigore, almeno per quanto riguarda le zone rosse, per “almeno due settimane”, anche se il quadro verrà aggiornato come di consueto ogni sette giorni. 

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