Influenza, ritardi e meno vaccini.
Cirio: "Pronti a fare causa"
18:15 Venerdì 20 Novembre 2020
Sanofi, la ditta che ha vinto la gara, scrive alla Regione: non riusciamo a garantire le forniture. Intanto i medici di famiglia devono rivedere le prenotazioni e 400mila piemontesi rischiano di restare senza siero
I vaccini antinfluenzali acquistati dalla Regione non ci sono e non si sa se e quando arriveranno. Dopo le prime forniture la Sanofi Aventis, società che a maggio si era aggiudicato l’appalto per la fornitura di 1 milioni e 320 mila dosi a 5 euro l’una, ha incominciato a rallentare le consegne e a ridurre la quantità rispetto alla domanda. Solo oggi con una lettera ha spiegato che “la notevole e imprevista mole di richieste non consente di far fronte agli impegni assunti”. Insomma, a non arrivare non sono solo i vaccini destinati alle farmacie per la vendita a chi non è ricompreso nella fascia di età da sei mesi a sei anni e oltre i 60, insieme alle categoria a rischio, ma p proprio questa fetta di popolazione che ha il diritto e la necessità di proteggersi a rimanere, non si sa per quanto, senza vaccino.
Le stesse dichiarazioni dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi di appena due giorni fa che rassicuravano sul fatto che “la campagna vaccinale prosegue secondo le modalità concordate con i medici, che sono pressati dalle richieste, ma che stanno rispondendo alle necessità con il massimo impegno e secondo il calendario delle prenotazioni”, vengono smentite da quella comunicazione della ditta produttrice nella quale non si forniscono peraltro assicurazioni su quanto si potrebbero protrarre i ritardi nella fornitura. Ad oggi sono stati distribuiti circa 900mila vaccini e somministrati 630mila. Numeri differenti e che nella loro sequenza indicavano già da giorni che qualcosa non andava per il verso giusto, quelli delle forniture periodiche. Si passa dalle 400mila dosi del 22 ottobre alle 100mila della settimana successiva, poi appena 50mila il 4 novembre che salgono a 75mila il 6 e il 12 novembre raggiungendo i 120mila pezzi di ieri. Oggi la lettera di Sanofi.
“Abbiamo fatto la gara già a maggio proprio per garantirci più del doppio delle dosi somministrate lo scorso anno” ha detto il presidente della Regione Alberto Cirio nel corso della conferenza stampa oggi pomeriggio. “Pretendiamo che Sanofi rispetti l’impegno fino all’ultima dose”. Pretesa più che legittima, ma che si scontra con una realtà tanto preoccupante quanto assurda e contro cui le armi da usare non è affatto detto portino alò risultato, ovvero ottenere quei vaccini che devono ancora essere somministrati e che mai come quest’anno sono indispensabili. “Siamo pronti a far valere le nostre ragioni in ogni sede” ha aggiunto il governatore. E il commissario per le questioni giuridiche dell’Unità di Crisi Antonio Rinaudo ha prospettato varie strade che verranno percorse, tra le quali l’acquisto in danno, ovvero comprare da un’altra ditta il vaccino e poi addebitare a Sanofi il costo. Ma lo stesso Rinaudo non si nasconde la difficoltà, oggi, di reperire altri vaccini antinfluenzali.
Certo ci sarà probabilmente l’azione di responsabilità verso Sanofi e anche passi sul versante penale, ma il nodo da sciogliere principale resta quello di riuscire ad approvvigionarsi di quella quantità, pari circa a più della metà della fornitura comprata, in tempo per completare la campagna vaccinale. “Abbiamo ancora un po’ più di un mese di tempo e una parte considerevole della popolazione è già stata vaccinata”, spiega l’infettivologo Giovanni Di Perri. Una parziale consolazione e rassicurazione davanti a un comportamento che ha dell’incredibile da parte della multinazionale del farmaco. Tanto più che la gara con relativi impegni sottoscritti se l’era aggiudicata a maggio. Il dubbio che, pur di fronte a un non imprevedibile aumento di richieste, altre siano passate davanti a quelle del Piemonte resta.