Trm, Ato-R dà il via libera a Fassino

Volano gli stracci nell'assemblea dell'associazione d'ambito. Le mozioni "anti privatizzazione" ottengono il 38% e Torino la spunta di misura. Il presidente Foietta annuncia le dimissioni

SUL MERCATO Inceneritore Gerbido

Al termine di una riunione politicamente drammatica l’Ato Rifiuti dà il via libera a Piero Fassino e alla sua scelta di dismettere l’80% di Trm, affidando a un privato l’inceneritore del Gerbido. Quasi tre ore di assemblea tesissima, tra voltafaccia inattesi e accuse reciproche tra i comuni dell’associazione d’ambito. Al centro dello scontro la mozione presentata dai consorzi Cados e Covar 14, nella quale si chiedeva espressamente a Torino di ripensare la dismissione del controllo pubblico su Trm, vagliando la possibilità di un ampliamento del tempo della concessione in modo da incrementare il valore dell’azienda. Un’operazione che avrebbe reso possibile – secondo gli estensori - l’incasso della stessa somma, passando dall’80 al 49% delle quote messe sul mercato.

 

Al momento della conta i voti a favore di questo documento sono stati 8, 4 i contrari e 4 gli astenuti: una vittoria in termini di teste, una sconfitta se si esaminano le "quote", dal momento che la sola Torino vale il 40% dell’Ato-R e che alla fine i sì sono stati il 38%. A schierarsi con il capoluogo anche il Comune di Moncalieri e il consorzio chierese, astenuti Settimo, Bacino 16 (il consorzio dell’area Nord di Torino), Pinerolo e Acea (consorzio del Pinerolese). A nulla è servito il sì compatto dei consorzi Cados, Covar 14, Cisa, Cca, oltre alle città di Ivrea, Collegno, Ciriè e Chieri, che insieme valgono poco meno del comune di Torino in termini di quote. Un voto che ha superato dinamiche di territorio e di colore politico, come dimostra l’alleanza tra la giunta targata centrodestra di Chieri, che vota in difformità dal proprio consorzio) e la “rossa” Collegno.

 

Insomma, se c’era la volontà di dare un segnale politico forte questo c’è stato, anche se la sensazione è che per molti sindaci non era questa la causa alla quale immolarsi, inimicandosi il principale esponente politico del territorio in una fase così delicata. Emblematico in questo senso il comportamento della prima cittadina di MoncalieriRoberta Meo, che addirittura vota contro il proprio consorzio (Covar 14), il quale, peraltro, era co-presentatore delle mozioni “anti privatizzazione”. Per molti un tradimento inspiegabile e c’è chi addirittura ipotizza lo zampino del segretario regionale del Pd Gianfranco Morgando nel repentino allineamento della principale città della cintura. Retroscena che lasceranno in fretta spazio a una fase nuova: ora c’è da ricostruire. Chi da domani non ci sarà più è il presidente dell’Ato Rifiuti, Paolo Foietta (foto) che al termine dell’assemblea ha annunciato le proprie dimissioni «non tanto da un ente che ormai è prossimo alla chiusura, quanto da un percorso in cui sono venuti meno tutti i presupposti della vigilia».

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