OPERE & OMISSIONI

Tav, sì all'accordo di programma ma i Cinquestelle escono dall'aula

Ennesima sceneggiata grillina sulla Torino-Lione. I deputati pentastellati abbandonano la Commissione Infrastrutture alla Camera, mentre l'intesa tra Mit, Ferrovie e Telt passa grazie ai voti del centrodestra. Gelmini (Forza Italia): "Conte rifletta"

Prosegue la sceneggiata del Movimento 5 stelle sulla Tav. Contrari a parole, rassegnati nei fatti ai rappresentanti grillini nelle istituzioni non resta che qualche scherrmaglia per rivendicare un principio (il no al treno veloce) dopo che non sono stati in grado di bloccare l'opera. Durante la Commissione Trasporti a Montecitorio, i deputati pentastellati si sono rifiutati di sottoscrivere il contratto di programma tra il Ministero delle Infrastrutture, Telt e Ferrovie. “Dopo settimane di incontri e audizioni, oggi mancano i presupposti per votare sì, per questo abbiamo lasciato l’aula” fanno sapere in una nota gli onorevoli M5s. Il contratto di programma è passato grazie ai voti del centrodestra che, assieme al Pd, ha fatto sì che non si perdesse altro tempo su un’opera che già di per sé non viaggia esattamente ad alta velocità tra Covid e rappresaglie di facinorosi in Valsusa.  

“Ad oggi non sappiamo quale sarà l’effettivo impegno economico dell’Italia né quale sarà la copertura dei contributi comunitari – prosegue la nota dei Cinquestelle –. Quello che sappiamo, però, è che la Torino-Lione rappresenta un’opera antieconomica, con alti costi di gestione, e previsioni assolutamente non chiare del traffico sull’infrastruttura. Inoltre, la direttiva  consente finanziamenti agli Stati membri sulle infrastrutture ferroviarie, solo ed esclusivamente a gestori delle infrastrutture ferroviarie nazionali, qualifica che non hanno né Ferrovie Italiane né Telt. Infine, eventuali controversie che dovessero sorgere saranno definite dall’autorità francese, altro squilibrio a sfavore dell’Italia”. Di qui la domanda: Chi dovrà pagare gli enormi costi di un’opera fin dagli esordi considerata fallimentare?”.

Come già successo nel precedente governo, dunque, si va avanti e questa volta è grazie ai voti di un centrodestra che ora ha buon gioco a inferire: “Come può una maggioranza di questo tipo, spaccata e in contraddizione su tutto, guidare l’Italia nei prossimi decisivi mesi? Ancora una volta i grillini antepongono la propria ideologia anti-crescita e anti-sviluppo al bene collettivo. Il presidente del Consiglio Conte rifletta” dice Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio.  Il voto sulla Tav era già stato il detonatore che fece esplodere l’alleanza giallo-verde alla vigilia del Papeete, ora sulla linea ad alta velocità torna la tensione nella maggioranza di governo.

“Il via libera al Contratto di programma sulla Tav è un passaggio fondamentale per la realizzazione di un’opera strategica per tutta l’Italia” dichiara Piero Fassino (Pd), già sindaco di Torino, ora presidente della Commissione Esteri della Camera. “Finalmente – prosegue – un accordo fermo da troppo tempo è stato approvato evitando di mettere a rischio i finanziamenti europei stanziati per l’opera”. “Oggi – conclude Fassino – si mettono le aziende impegnate nel cantiere nelle condizioni di proseguire i lavori, di ridurre il costo dell’intervento e destinare quasi 100 milioni per interventi a favore dei Comuni della Val Susa”.

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