LA SACRA RUOTA

Stellantis, i timori dell'indotto:
"Siamo come figli senza padri"

Dopo il matrimonio tra Fca e Psa, l'allarme delle piccole imprese. Serve una politica industriale in grado di rendere competitiva l'intera filiera sul mercato globale. Perché mentre lo stato francese è interventista, il governo italiano latita

 “Di fronte a una trasformazione epocale per l’automotive e il territorio come quella di Stellantis, a oggi non sono note le idee e tantomeno le linee concrete di politica industriale che il nostro Governo dovrebbe porre a tutela del settore” ammonisce Corrado Alberto, presidente di Api Torino. “Siamo come dei figli senza padri. Ma attenzione parlo di padri in grado non di prendere iniziative in modo arbitrario e limitato, ma di padri che riescano a formulare proposte in grado di consolidare e accrescere la competitività delle imprese e del territorio” aggiunge Alberto che invita a guardare oltralpe. “In Francia – osserva – l’approccio è totalmente diverso. Lo Stato Francese da sempre vede l’automotive come un comparto strategico, da difendere e da far crescere. Forse è il caso di guardare a quanto è stato fatto a Parigi. Noi continuiamo a subire la mancanza cronica e tragica di una visione di politica industriale che sia organica, efficace e coraggiosa. Lo ripeto: il sistema delle imprese della filiera dell’auto non chiede ciechi sostegni a pioggia, ma strumenti adeguati per sviluppare la propria competitività per fare fronte ad una sfida che è planetaria. È evidente che di fronte a quanto sta accadendo, e non solo nell'automotive, non sia più possibile andare avanti così”.

Il matrimonio, che alle quotazioni attuali unisce il gruppo italiano e quello francese in una maxi fusione da 44 miliardi di capitalizzazione a fine 2020, si sta celebrando in queste ore. Il gruppo avrà il controllo di 15 marchi e sarà presieduto dall’erede dell’Avvocato, John Elkann. Tra i principali azionisti ci saranno la famiglia Peugeot, lo stato francese (attraverso Bpi) e i cinesi di Dongfeng. La sede sarà in Olanda, dove gli azionisti potranno sfruttare i diritti sul voto multiplo, stringendo la presa sul gruppo. In questo senso, ai fini contabili la casa francese acquista la casa auto italo-americana, come si evince proprio dal prospetto depositato dalle due case automobilistiche in vista delle rispettive assemblee dei soci, secondo quanto dichiarano entrambe nel prospetto di fusione. Gli International Financial Reporting Standards, o Ifrs, richiedono l’identificazione dell’acquirente (e della società acquisita), così in questa fusione che Fca e Psa continuano a definire alla pari è la casa francese ad essere definita come acquirente. Le deleghe operative saranno nelle mani dell’attuale ad di Psa, Carlos Tavares.

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