TRAVAGLI DEMOCRATICI

Lo Russo alla prova (di forza) del Pd

Il 18 gennaio il Pd di Torino riunisce la direzione: all'ordine del giorno le amministrative del 2021. E circola un documento di sostegno al capogruppo sottoscritto già da oltre la metà dei consiglieri di circoscrizione. Chiamparino pronto all'endorsement

Un Pd in mezzo al guado. Neppure il sondaggio diffuso ieri ha sciolto il dilemma se convenga scommettere sulla popolarità di Mauro Salizzoni, sulla carta in grado di sbaragliare il centrodestra, o puntare sulla riconosciuta competenza amministrativa di Stefano Lo Russo. Anzi, se possibile, nelle ultime ore i due fronti si sono ulteriormente distanziati, soprattutto dopo le parole con cui l’ex mago dei trapianti ha marcato una sostanziale equidistanza tra il Movimento 5 stelle e le precedenti amministrazioni di centrosinistra. “Servono due discontinuità” ha detto. E questo pare aver indispettito non solo Piero Fassino, ma anche il suo predecessore, quel Sergio Chiamparino che di Salizzoni è amico di lunga data ed estimatore e che lo propose nel 2018 come candidato nella lista democratica alle scorse regionali.

Proprio Chiamparino parteciperà lunedì prossimo a un incontro pubblico online promosso da Lo Russo, assieme all’ex assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi e al sociologo Cristopher Cepernich, dal titolo “Società civile e responsabilità politica”. Una presenza, quella dell’ex governatore e gran burattinaio del teatrino cittadino, che non può certo essere considerata casuale né di routine. Sarà quella l’occasione per annunciare il sostegno “di testa” a Lo Russo, dissipando anche i residui dubbi di chi lo vede ancora in campo, come possibile terza via tra i due contendenti? Se così fosse, il professore del Poli potrebbe contare sul sostegno di tutti e tre i sindaci della stagione del centrosinistra a Torino (Valentino Castellani e Fassino hanno già espresso la loro preferenza). E chissà che sia stata anche la possibile conversione del Chiampa su Lo Russo ad aver indotto Salizzoni a pubblicare sui social quell’affondo rivolto più alla sua stessa coalizione che ai Cinquestelle. D’altronde in questi giorni il medico si è lamentato di quello che ha vissuto come un tradimento da parte di Chiamparino: “Per settimane ho letto il mio nome, ho visto avanzare di ipotesi di ticket oppure suggerimenti a fare il capolista (senza che peraltro nessuno abbia chiesto la mia opinione)”. Altro messaggio, neanche troppo velato all'ex sindaco olimpico.

Insomma, se è vero che Salizzoni è il nome più popolare tra gli elettori, nella coalizione non sfonda e proprio nel Pd (sia tra i militanti sia tra i maggiorenti) incontra le principali resistenze. Altro crocevia di un percorso che si protrae ormai dall’autunno senza che all’orizzonte si scorga una via d’uscita è costituito dalla direzione provinciale del prossimo 18 gennaio. La convocazione del presidente Domenico Cerabona è partita in queste ore: in quella sede la discussione potrebbe portare per la prima volta a una indicazione chiara da parte del principale partito della coalizione. Il condizionale è d’obbligo, nulla ancora è stato deciso. Di certo nella base c’è fermento e gli attivisti vorrebbero dire la loro dopo averne sentite e lette tante. Un peso potrebbero averlo anche gli eletti sul territorio: si parla, infatti, di un documento a sostegno di Lo Russo sul quale sono già state raccolte ben oltre la metà delle firme dei 69 consiglieri di Circoscrizione. Quelli che in questi anni di opposizione alla giunta grillina si sono trovati a combattere in prima linea una battaglia che ora qualcuno nel partito sembra voler disconoscere e che hanno avuto nel capogruppo in Sala Rossa il loro comandante in capo.