SACRO & PROFANO

Assemblea della Chiesa torinese aspettando il nuovo arcivescovo

Il Papa striglia la Cei invitandola ad avviare un processo sinodale e la diocesi subalpina mette in calendario per giugno un consesso generale "per delineare il rinnovamento". Ma le resistenze sono tante, in attesa che arrivi il successore di Nosiglia

Sabato scorso Papa Francesco, ricevendo i partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio catechistico nazionale della Cei, ha sferzato ancora una volta la Chiesa italiana. Con una perentorietà inusuale ha invitato i vescovi ad avviare un processo sinodale a livello nazionale “comunità per comunità, diocesi per diocesi e incominciare a camminare”. Già in passato infatti il pontefice che – va ricordato – è anche primate d’Italia, aveva chiesto alle diocesi di uscire dall’ordinaria amministrazione e a trovare nuovo slancio per l’annuncio del Vangelo. Come è noto, le resistenze da parte dell’episcopato a tale richiesta furono e sono tenaci e sorde.

Fra i “resistenti” o meglio fra i sordi, figurano anche alcuni vescovi piemontesi dove pure è drammatica la caduta alla frequenza  alla messa domenicale e in alcune c’è ormai da anni il deserto vocazionale. Nella diocesi di Torino si sta lavorando da tempo ad una assemblea che si dovrebbe tenere nel mese di giugno del 2021. Il consesso, secondo il vicario generale mons. Valter Danna, dovrebbe, attraverso una vasta consultazione, “delineare degli itinerari per il rinnovamento della nostra Chiesa diocesana in linea con quanto indicato dal Papa” anche in vista di una “riforma ecclesiale” e un “ rinnovamento della fede”.

Non è mancato chi si è chiesto quale senso abbia tale impegnativa iniziativa quando ad ottobre – se non prima – arriverà un nuovo arcivescovo. Qualcuno ha ipotizzato che l’obiettivo sia proprio quello di condizionarlo nelle scelte precostituendo gli assetti e le linee pastorali. Particolarmente attivi nella promozione dell’assemblea diocesana sono i componenti della segreteria del consiglio presbiterale don Giuseppe Coha, don Dario Monticone, don Michele Roselli e don Paolo Resegotti, quest’ ultimo parroco di Grugliasco e assai noto per la sua autorevolezza. Ancora una volta però Bergoglio ha sparigliato le carte ordinando di avviare sinodi diocesani la cui indizione non potrà che essere prerogativa del nuovo arcivescovo.

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