POLVERE DI (5) STELLE

A Torino il M5s boccia Draghi

La capogruppo in Consiglio comunale Sganga invita i parlamentari a respingere il sostegno al governo dell'ex presidente della Bce. Stessa tesi dell'assessore Iaria. Più possibilista il presidente della Sala Rossa Sicari: "Persona capace e stimata a livello internazionale"

“Ha ragione chi dice che non può esistere nessun governo con il M5s a favore di Mario Draghi”. Mentre a Roma si consuma lo psicodramma del partito pentastellato, dalla Sala Rossa Valentina Sganga – aspirante candidata a sindaco di Torino – indica la rotta. Lo fa con un post su facebook in cui definisce la situazione attuale come una “tragedia”, paventando una possibile “deriva tecnocratica all’orizzonte”.  Poi l’attacco a quanti, tra i Cinquestelle, stanno valutando il sostegno all’ex numero uno della Bce dopo la caduta di Giuseppe Conte: chi non sceglie una fiera opposizione “più che con le spalle al muro per la responsabilità verso il Paese, è inchiodato ad una poltrona che sa per certo di perdere in caso di elezioni. Nulla di nuovo nella storia parlamentare”.

Una posizione in sintonia con quella espressa dall’assessore all’Urbanistica di Palazzo Civico, Antonino Iaria: “Ora è il momento di essere irresponsabili e di non accettare soluzioni e compromessi che non sono utili al Paese”. Un’apertura arriva, invece, dal presidente del Consiglio comunale Francesco Sicari, decisamente più prudente dei suoi colleghi: “A prescindere da come la si pensi in merito alla persona, Draghi è persona sicuramente stimata a livello internazionale ed è in grado di lavorare bene, come quanto salvò l'euro semplicemente con una frase, Whatever it takes. Solo nelle prossime ore capiremo meglio il futuro del nostro Paese, ma è opportuno ribadire che il tutto avviene nel perimetro di quanto prevede la Costituzione”.

Nel suo post, Sganga invoca “un atto di coraggio” caratterizzato, a suo dire, a “un no a Draghi per poi presentarsi al voto con un progetto dal respiro sociale, con una lista di persone pulite e volenterose. Farlo ora con chi condivide la speranza di riavere Giuseppe Conte”. Poi però lo slancio perde vigore: “So bene, non succederà. È ben più probabile che il M5s si ritrovi all’opposizione nel gaudio dei media che già da ore strombettano contro di noi”. La lealtà verso Conte è la stessa mostrata anche da Beppe Grillo che, secondo alcune ricostruzioni si sarebbe espresso contro un governo tecnico guidato da Draghi, offrendo la copertura politica alla posizione ufficiale – ancorché non da tutti condivisa – dichiarata ieri sera dal reggente Vito Crimi. Del resto che la situazione sia più che mai fluida è testimoniato dal fatto che lo stesso Crimi non esclude di consultare la base: “Quella del voto su Rousseau è una ipotesi da non trascurare. Ovviamente dico ipotesi perché dobbiamo aspettare che prima ci sia un contenuto reale da sottoporre, votare su una persona soltanto mi sembra riduttivo”.

A Roma come a Torino restano le divisioni mentre si allunga l’ombra di una scissione che porterebbe all’implosione del gruppo e al rischio di una ingloriosa fine, quantomeno in quelle aule parlamentari in cui i grillini hanno sostenuto prima un governo con la Lega (quella che Sganga definisce “la peggiore destra che l’Italia repubblicana abbia mai messo in campo”) e poi con Pd, Leu e i renziani di Italia Viva. Per ora Chiara Appendino tace, dopo che nei gioorni scorsi si era espressa a sostegno del premier disarcionato.

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