TRAVAGLI DEMOCRATICI

"Chi ha scelto Salizzoni?", sinistra Pd in fibrillazione

In una riunione online l'attacco a Giorgis e Rossomando da parte di Berzano, ex segretaria del circolo di Barriera di Milano. Affondo di Lavolta: "Non accetto che sia un parlamentare a decidere chi possa rappresentare la nostra area"

“Parlate di pluralismo ma poi prendete le decisioni in gruppi ristretti senza ascoltare gli altri”. Doveva essere un incontro per fare il punto sulla situazione nazionale, quello che si è svolto ieri, online, tra un centinaio di attivisti e dirigenti della sinistra Pd piemontese, ma c’è chi ha colto l’occasione per manifestare “un malumore diffuso” sulla gestione di Torino e delle candidature a sindaco. Si tratta di Paola Berzano, segretaria del circolo che raggruppa i quartieri Lucento, Borgo Vittoria, Madonna di Campagna e Vallette fino al 2013 e per tre mandati consigliere alla Circoscrizione V, dov’è stata coordinatrice a Urbanistica e Ambiente. È una storica attivista della sinistra cittadina ed è tra coloro che si definiscono “delusi” per la gestione di una partita che “avrebbe meritato maggiore condivisione”.

Così invece si è arrivati alla “polverizzazione della sinistra Pd”, oggi divisa tra tre candidati: il chirurgo Mauro Salizzoni, sostenuto dalla senatrice Anna Rossomando e considerato il canididato ufficiale della componente, il vicepresidente della Sala Rossa Enzo Lavolta, che paga l’ostracismo dei parlamentari della sua stessa area ma è quello con il maggior radicamento in città, e infine Gianna Pentenero, ex assessore regionale a Istruzione e Lavoro, ben vista dal sottosegretario (uscente) alla Giustizia Andrea Giorgis. Insomma, un ginepraio nel quale nessuno ancora è riuscito a fare ordine. Per questo nella riunione è emerso per la prima volta un dissenso rimasto finora latente. Il mago dei trapianti è un esperto di fegato, ma ora deve fare i conti anche con le fibrillazioni nel cuore di quell'area politica che lo sostiene.  

“In questi anni – dice Berzano allo Spiffero – c’è stata la tendenza a lasciare che i problemi si risolvessero da soli, oppure venissero discussi in gruppi ristretti. Non funziona così”. Un malessere che emerge anche dalle parole di uno dei tre candidati, Lavolta: “Non accetto che sia un parlamentare a decidere chi possa rappresentare quest’area, peraltro sulla base di un pregiudizio su di me”. Il motivo per cui Lavolta, per usare un suo termine, è stato “scaricato” sarebbe infatti legato all’indagine in cui è coinvolto e che ruota attorno all’organizzazione del Terzo Forum per lo sviluppo economico che si è svolto a Torino nel 2015. “Mi è stato detto che sarei potuto diventare un bersaglio in campagna elettorale e questo mi ha fatto capire che un certo giustizialismo continua a caratterizzare i rapporti all'interno del partito”.

print_icon