VERSO IL VOTO

Grillini orfani di Appendino, senza candidato né idee

Ci vorrà almeno un altro mese per scegliere chi correrà per il Movimento 5 stelle a Torino. Intanto gli attivisti dicono sì a una possibile alleanza con liste civiche. L'ombra della Seymandi e i timori per il disimpegno della sindaca

Ancora un mese (almeno) per conoscere il candidato a sindaco di Torino del Movimento 5 stelle. Mentre l’aspirante primo cittadino del centrodestra Paolo Damilano già tappezza la città con i suoi manifesti, il partito che oggi esprime la maggioranza a Palazzo Civico è ancora al pian dei babi, alla stregua dei suoi ex alleati del Pd nel governo Conte. Tra i grillini, non è ancora stato definito neanche il metodo per scegliere colui o colei che dovrà correre. La timeline indicata ieri dall’assemblea degli attivisti prevede di individuare entro fine mese le procedure con l’obiettivo di arrivare alla scelta entro metà marzo.

Intanto dalla base grillina arriva un sostanziale via libera a una possibile alleanza con altre liste civiche. Quali? A oggi l’unica possibilità in campo è una formazione figlia dei comitati di quel Tavolo di Progettazione Civica coordinato da Cristina Seymandi su incarico di Chiara Appendino, che da una parte potrebbe diventare uno strategico bacino di voti, dall’altra viene visto con certa diffidenza da chi vede nell’intraprendente collaboratrice della sindaca una possibile antagonista. A lungo, infatti, si è parlato di lei come candidata in pectore per ricevere il testimone di Appendino, ipotesi con il tempo accantonata proprio per l’ostracismo nei suoi confronti di gran parte della base e del gruppo in Sala Rossa. È evidente, però, che qualora fosse in grado di imbastire una lista e trovasse un accordo con il M5s, il suo tornerebbe a essere un ruolo da protagonista in quella che si trasformerebbe a tutti gli effetti in una coalizione.

Ma il vero punto interrogativo sul futuro del Movimento 5 stelle di Torino resta Chiara Appendino. Le due sentenze sul caso Ream e piazza San Carlo l’hanno fiaccata nello spirito e se già prima non si era occupata troppo delle convulse liturgie del suo partito per indicare il suo successore ora la sua attenzione verso quel versante pare prossima allo zero. Un disimpegno che preoccupa molti anche in vista della campagna elettorale: “Senza Chiara sarà durissima, lei potrebbe veicolare un consenso che oggi il nostro simbolo da solo non è più in grado di attirare” fa notare uno dei tanti collegati alla riunione di ieri. Ma Chiara da quell’orecchio non ci sente: gira per la città, tra i parchi e i mercati, i cittadini la fermano, lei scatta selfie di buon grado e s'intrattiene con loro ma per ora non ha dato nessuna disponibilità a impegnarsi in prima persona per una campagna elettorale che non la vedrà di sicuro candidata. Non solo: anche da Roma non arrivano indicazioni su come procedere e questo porta i potenziali candidati a tenere le carte coperte. 

La favorita resta la capogruppo Valentina Sganga, che sin dal suo insediamento a capo della pattuglia pentastellata in Sala Rossa ha lavorato a quest’obiettivo. Era il maggio 2018 quando gli altri consiglieri grillini le affidarono quell’incarico tanto delicato che prima di lei era toccato ad Alberto Unia, dopo poco promosso ad assessore, e poi a Chiara Giacosa. E fu proprio lei a bloccare quella turnazione considerata “nelle cose”, restando in sella fino alla fine, agevolata anche dalla pandemia. In questi tre anni ha ottenuto una visibilità tale da consolidare la sua posizione nel Movimento torinese, ma non mancano le resistenze, mentre tra i nomi che circolano ci sono anche quelli dei due assessori politici nell’attuale giunta, Antonino Iaria (Urbanistica) e Alberto Unia (Ambiente). E non è detto che nella contesa, quando sarà il momento, non si faccia avanti anche qualche outsider. 

Intanto, per allargare la propria base, i Cinquestelle hanno deciso di semplificare e velocizzare l’ingresso degli attivisti nell’assemblea di Torino. Procedure più snelle per provare a incrementare l’attrattività di un simbolo che non tira più come qualche anno fa, logorato da quattro anni di governo tra poche luci e tante ombre. A questo scopo è stato creato un apposito gruppo che si occuperà di accogliere i nuovi attivisti senza dover passare attraverso la partecipazione ai banchetti e ai gruppi di circoscrizione, come avveniva finora prima di poter partecipare all’assemblea. Basterà?

print_icon