VERSO IL VOTO

"C'è chi tratta sottobanco col Pd"

Volano gli stracci nel Movimento 5 stelle di Torino. L'invettiva del presidente del Consiglio Sicari: "Nessun accordo al ballottaggio, piuttosto l'alleanza si faccia sin dal primo turno". Le ambizioni della capogruppo Sganga e il ruolo di Versaci

Un’apertura evidentemente fuori tempo massimo, un messaggio rivolto più ai suoi compagni di ventura del Movimento 5 stelle che a potenziali alleati del Pd. “Se qualcuno crede di poter continuare fieramente a dire di no a un accordo al primo turno con i dem per poi trattare posti e prebende in cambio di un sostegno al ballottaggio si sbaglia di grosso”. Questo è il sunto del pensiero di Francesco Sicari, presidente del Consiglio comunale di Torino che provocatoriamente oggi ha lanciato l’idea di un nuovo fronte progressista composto da Pd, M5s e Leu. Una posizione minoritaria tra i grillini torinesi, forse solo un’esca per chi dice di no adesso per concedersi dopo. Se matrimonio deve essere, meglio subito e, soprattutto, alla luce del sole. Nei giorni scorsi a ribadire la propria contrarietà a un’ipotesi di questo tipo era stato il predecessore di Sicari sullo scranno più alto della Sala Rossa, quel Fabio Versaci un tempo fustigatore via social degli avversari di Chiara Appendino e ora molto vicino alla capogruppo Valentina Sganga, la favorita per una candidatura a sindaco del M5s.

La tensione è alta. Sicari svela che “da molti mesi tra le forze politiche, vi sono contatti per una convergenza in caso di un ipotetico ballottaggio”. Poi tira dritto e chiede a candidati e attivisti “un No deciso a qualsiasi possibilità di convergenza al ballottaggio su un candidato politico tutto interno al perimetro del Centrosinistra. Vorrei venisse detto dai prossimi candidati del M5s che non verranno MAI fatte alleanze o giochi di potere una volta concluse le elezioni, a giochi ormai fatti, tutti interni alla prossima composizione della Sala Rossa... magari spartendo qualche assessorato o qualche presidenza”.

Il messaggio è chiaro: tra noi c’è chi sta trattando sottotraccia posizioni personali per conto del Movimento. Ma con chi ce l’ha? Nel suo post che ha ottenuto, tra gli altri, il like di un altro consigliere comunale, Andrea Russi, chiede inoltre che “si smetta di citare il Presidente Conte nei vari post acchiappalike” e questa secondo alcuni rappresenta una chiara indicazione sul destinatario, anzi la destinataria dell’invettiva. Chi più di Sganga, infatti, gestisce i rapporti con il Pd (e con il suo capogruppo, Stefano Lo Russo) se non altro per dovere istituzionale? E chi più di lei ha l’ambizione di dare le carte ora che Appendino sembra essersi defilata? E, soprattutto, chi ha appena pubblicato un post a favore di Conte? Tre indizi che non fanno una prova ma certo aiutano a capire come sentimenti e ambizioni ardono sotto la cenere di un’amministrazione al crepuscolo.

Secondo fonti diverse, infatti, Sganga e Lo Russo starebbero tenendo buona la propria base negando (ufficialmente) ogni alleanza con la controparte, ma intanto, ben sapendo di avere bisogno l'uno dell'altro, avrebbero avviato trattative sotterranee per arrivare dopo il primo turno a una convergenza.  Così, rivela un grillino, si spiegherebbero anche i recenti e irrituali attacchi di Sganga a Mauro Salizzoni

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