TRAVAGLI DEMOCRATICI

Il Pd torna su Piazza (e si spacca)

Centrosinistra diviso (almeno) in tre a Beinasco in vista delle urne. L'ex sindaco di riprova dopo aver disarcionato il suo successore. Scissione in vista tra i dem. E il centrodestra punta a espugnare un'altra roccaforte rossa

Come in un perverso gioco dell’oca, a Beinasco, popoloso comune dell’hinterland di Torino, si torna alla casella del via. Il Pd, infatti, a costo di andare incontro a una inevitabile scissione, intende riproporre il nome dell’ex sindaco Maurizio Piazza in vista delle prossime elezioni amministrative. Ancora tu? E sì perché l’ex primo cittadino è ormai su piazza – ci perdoni il gioco di parole – da almeno tre lustri: a capo del  palazzo civico per due mandati consecutivi – dal 2009 al 2019 – poi candidato senza fortuna alle scorse elezioni regionali, un tentativo di nominarlo a capo della principale società partecipata del Comune (subito abortito perché l’incarico era inconferibile) e infine il sabotaggio del suo successore Antonella Gualchi, appena eletta, per far tornare la città alle urne. Ora si ripresenta e pare abbia anche il sostegno del locale circolo del Pd. Non di tutti, però: infatti, dopo averlo visto tanto brigare (essenzialmente per se stesso) c’è chi non ne vuole più sapere e ora minaccia di andarsene. La scissione sembra inevitabile e si consumerà, con ogni probabilità, la prossima settimana quando il direttivo dem dovrà indicare il proprio candidato alle urne di primavera.

È una storia travagliata quella di Beinasco da quando Piazza ha dovuto lasciare, due anni orsono, il suo incarico: era il 2019 e fu proprio lui ad affidare il testimone alla Gualchi, assessore nella sua ultima giunta ed erede designata. Messo fuori il naso dalla cinta daziaria, però, Piazza si è accorto di non godere dello stesso consenso che gli riconoscono i cittadini di Borgaretto, la frazione di Beinasco di cui è originario che gli ha sempre tributato un plebiscito in termini di preferenze. Alle regionali del 2019, nella lista del Pd, finisce tredicesimo racimolando poco più di 1.400 preferenze. Così è costretto a ripiegare nella sua enclave elettorale, dove invece viene eletto a furor di popolo. Briga per fare il presidente del Consiglio comunale, ma non ha i numeri. Con un pugno di fedelissimi avvia in aula (e fuori) una guerriglia contro la sindaca appena eletta finché – con la mediazione del Pd – non arriva la nomina al vertice di Pegaso, la società in house del servizio rifiuti, ma questa volta ci si mette di mezzo la legge che impedisce a chi è stato amministratore eletto di un comune di riciclarsi – appunto – in un’azienda partecipata da quello stesso municipio. Non ne va bene una all’ex sindaco che a quel punto resta in Consiglio e intensifica il Vietnam contro chi l’ha succeduto che a sua volta ci mette del suo per finire nel mirino della (ex) maggioranza. Dopo solo un anno la sindaca Gualchi è costretta al passo indietro in seguito alle dimissioni in massa dei suoi stessi consiglieri. Era lo scorso luglio.

Ottenuta la testa (e la poltrona) della sindaca, Piazza torna in campo giocando di sponda con il segretario della locale sezione Pd, Emanuela Semperboni. Per convincere i più recalcitranti viene attivato online anche un sondaggio - dove chiunque può esprimersi indipendentemente dal comune di residenza - per chiedere ai cittadini di indicare il loro candidato sindaco; la Federazione di Torino – in altre faccende affaccendata a partire dalle elezioni nel capoluogo – se ne lava le mani dopo aver proposto un paio di alternative – si sono fatti i nomi di Andrea Romano e dell’ex presidente del Consiglio Cristian Cocivera – e averle viste entrambe naufragare: “Il Pd è costruito sull’autonomia territoriale dei circoli” fa notare Raffaele Gallo, capogruppo in Regione e responsabile Enti Locali del partito provinciale.

Intanto la sindaca uscente Gualchi l'ha giurata al suo ex pigmalione e così, dopo aver costituito una sua lista civica, è sul punto di siglare un accordo con la Sinistra Popolare e il Movimento 5 stelle, oltre a quel pezzo di Pd che di Piazza proprio non ne vuole sapere. Si aggiunga anche Luca Cricenti, sostenuto dai movimenti ambientalisti, ed ecco (s)composto un centrosinistra che rischia per la prima volta di consegnare la città a un centrodestra che si presenta compatto a sostegno di Daniel Cannati, già candidato due anni orsono. 

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