VERSO IL VOTO

Renziani tentati dallo strappo

La deputata di Italia Viva Fregolent è categorica: "Il Pd scelga fra noi e il M5s". Decisiva l'assemblea nazionale di domenica. Le ipotesi di Terzo polo con "altre forze riformiste" e il caffè con Damilano. Ma anche a sinistra i dem hanno le loro grane

Prende a singhiozzo il telefono di Silvia Fregolent, sul treno che la riporta da Roma a Torino. Così come a singhiozzo, tra continui stop and go, continua a procedere il cammino del Pd nella scelta del prossimo candidato sindaco del centrosinistra. Renziana della primissima ora, deputata di Italia Viva e luogotenente dell’ex premier nel capoluogo piemontese, chiede all’alleato di “sciogliere i nodi”, non solo quello che riguarda “il nome”, ma anche altri più squisitamente politici a partire dall’alleanza con il Movimento 5 stelle. “Finora nessuno ha detto chiaramente che il centrosinistra si presenterà senza i grillini, neanche Stefano Lo Russo che pure tra i candidati è il più lontano da loro”. Ed è essenzialmente su questo che le “forze riformiste” di un fronte che coalizione ancora non è chiedono garanzie. Fissa anche una deadline: “Entro una settimana il Pd dovrà indicare un nome ma soprattutto il perimetro della coalizione che intende costruire”.

Così il Pd si ritrova stretto tra gli opposti estremismi di un centrosinistra dai confini variabili. Da dicembre il tavolo della coalizione non è più stato convocato e in quasi tre mesi la sinistra di Leu, o Luv che dir si voglia, ha continuato a perorare la causa delle primarie, di Mauro Salizzoni (che ieri si è ritirato) e di un’entente cordiale con i grillini. Dall’altra parte, Italia Viva e Azione non paiono davvero entusiasti di fronte a un’eventuale conta interna, si sentono certamente più vicini a Lo Russo e categoricamente escludono una possibile convergenza con il partito di Chiara Appendino. Difficile trovare la sintesi.

E forse è per questo che, a dispetto di tante parole di circostanza, si moltiplicano le voci di una possibile frammentazione. A sinistra come a destra del Pd. Contatti, incontri informali. Che fare? La stessa Fregolent non smentisce di aver preso nei giorni scorsi un caffè con Paolo Damilano e intanto lavora “assieme a forze civiche e partiti riformisti per una lista unitaria”. Il ritiro di Salizzoni ha fatto salire le quotazioni di Lo Russo, ma allo stesso tempo anche la tensione nella gauche cittadina dove Marco Grimaldi continua a chiedere le primarie, pur non avendo più un candidato, quasi a cercare un pretesto per rompere. Ma per andare dove? Questo è il suo principale cruccio: presentarsi da solo costituisce innanzitutto il rischio di un flop nelle urne. E poi, comunque vada, al ballottaggio, questa volta, non avrebbe molta scelta tra Lega e Pd.

“Trovo sconcertante che il centrosinistra si sia dedicato in questi mesi a un toto-nomi lacerante e divisivo sulla figura del candidato sindaco, tralasciando il necessario tavolo programmatico che avrebbe dovuto delineare il futuro della città” dice Fregolent che ora chiede un “cambio di passo entro una settimana”. “Decisiva – prosegue – sarà l’assemblea nazionale di domenica. Spero che Enrico Letta e il gruppo dirigente riportino il Pd a una dimensione riformista e mettano in atto una inversione di marcia sul rapporto con il M5s”. Riguardo un ipotetico Terzo Polo precisa: “Noi non vogliamo farlo, ma dipende dal Pd cui ora spetta una scelta”.

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