VERSO IL VOTO

Civici di Torino tentati Damilano

De Giuli e Tresso propongono un confronto sui "contenuti" con l'aspirante candidato del centrodestra. Mossa tattica per alzare il prezzo nelle trattative o reale intenzione di rottura? Il segretario cittadino del Pd Carretta riconvoca il tavolo della coalizione

“Continuiamo a ballare sul Titanic”. La metafora sarà pure un po’ logora ma rende l’idea dello stato d’animo che aleggia nella base del Partito democratico torinese. E mentre qualcuno balla, c’è chi si butta a mare in cerca di nuovi lidi. L’incertezza è troppa per non prepararsi un piano B e sono in tanti ormai che si guardano intorno. Un caffè con Paolo Damilano lo ha già preso la renzianissima Silvia Fregolent, deputata di Italia Viva e riferimento del partito a Torino, lo stesso nei prossimi giorni (quando il candidato della Lega avrà superato il Covid) potrebbero fare i cosiddetti “civici”. O almeno una parte di quanti compongono la casamatta che si coagulava attorno a Capitale Torino, ormai prossima all’implosione.

Nell’ultima riunione per stabilire il da farsi, Franco Tresso e Federico De Giuli hanno ipotizzato un confronto sui “contenuti” con Damilano. Un tentativo di smarcarsi dopo la rinuncia di Mauro Salizzoni che i due avevano tanto appoggiato? Un modo per emanciparsi definitivamente da Mario Giaccone, il titolare del brand Lista Monviso, che invece si è schierato con Stefano Lo Russo, a oggi il candidato più quotato? Se così fosse sarebbe un triplo salto carpiato con avvitamento a destra: da sostenitori di un candidato de sinistra alla fuitina con l’aspirante sindaco proposto dalla Lega. Chissà, la confusione è tanta e l’impasse non fa che incrementarla. L’imprenditore acqua&vino lo ha capito e ha concentrato le sue attenzioni proprio in quella terra di mezzo tra il suo schieramento e quello avversario: piccoli imprenditori, ristoratori, titolari di esercizi di somministrazione. Il tutto mentre a sinistra si rincorrono le voci di un possibile strappo ad opera di Sinistra Italiana, ispirato dal capogruppo di Luv in Regione, Marco Grimaldi.

Proprio per cercare di stoppare tali manovre il segretario del Pd torinese Mimmo Carretta ha convocato per venerdì il tavolo della coalizione, rimasto congelato da dicembre a oggi tra i dubbi sulle primarie, sulle alleanze, sul candidato, sulla data delle elezioni. Non che il quadro nel frattempo si sia chiarito di molto: le urne subiranno lo slittamento in autunno, sul rapporto con il M5s si attendono gli orientamenti del nuovo segretario Enrico Letta e sulle primarie che dire: escluse da quasi tutto il Pd, la senatrice Anna Rossomando è tornata a evocarle, smentendo peraltro la posizione di un altro parlamentare che con lei ha condiviso un pezzo di strada sulla scelta del candidato sindaco. Si tratta di Stefano Lepri, che fino a qualche giorno fa le escludeva e che ancora oggi allo Spiffero conferma di non aver cambiato idea. Insomma, le schermaglie nel Pd continuano, benché travestite da buone intenzioni: “Dobbiamo essere il partito della prossimità e non della Ztl” dice Rossomando – un attico in centro e un  cuore grande che batte a sinistra – riprendendo le parole del neo segretario Letta.

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