VERSO IL VOTO

Appendino non demorde: "Alleanza Pd-M5s-Leu a Torino"

La sindaca rilancia la sua proposta di un'intesa sotto la Mole tra i tre azionisti del secondo governo Conte. "Verifichiamo se esiste un progetto comune per il futuro della città". E replica al disgelo tra Carretta e Versaci: "Avvicinamento già al primo turno"

Replicare a Torino la maggioranza che ha sostenuto il BisConte. Questo l’obiettivo di Chiara Appendino che insiste nel delineare un’intesa tra i tre partner del governo giallorosso – M5s, Pd e Leu – alle prossime elezioni comunali, nonostante la sua proposta, lanciata una decina di giorni fa dalle colonne “amiche” di Repubblica, sia caduta nel vuoto, tra le esplicite perplessità (per usare un eufemismo) dei due principali interlocutori.

Torna oggi a riproporre lo schema, forse l’unico che le consentirebbe di rimanere in gioco in una partita che la vede invece sempre più isolata persino all’interno dello stesso Movimento 5 stelle. “Il Governo Conte Due ha portato un’esperienza positiva a livello governativo, con tutte le forze che lo hanno sostenuto fino all’ultimo. Anche per Torino verifichiamo se esiste un progetto comune per il futuro della città, una città che ha voglia di ripartire, che deve prendere il treno del Recovery fund, delle risorse europee, deve essere al centro della politica nazionali”, ha detto oggi ai microfoni dell’emittente confindustriale Radio 24.

“Noi abbiamo una visione – ha aggiunto la sindaca stilando una sorta di bilancio del suo mandato – abbiamo costruito anche delle basi, dalla transizione ecologica, alla mobilità sostenibile, all’innovazione. Non è un’eredità, perché abbiamo lavorato solo cinque anni, ma è un programma da completare”. Da qui l’appello a Leu, ma soprattutto agli assai più riluttanti Pd e M5s. “Io penso che sia il momento di verificare se esiste un progetto comune sul territorio – ha ribadito – e con coraggio, uscendo dalle dinamiche prettamente partitiche, si guardi alla città, perché c’è bisogno di forze comuni, c’è bisogno di costruire un progetto il più ampio possibile per rilanciare Torino”.

Appendino giudica positivamente “i primi segnali di disgelo” che iniziano a manifestarsi, come l’apertura al “dialogo” registrata in una intervista doppia tra il segretario metropolitano dei dem Mimmo Carretta e il consigliere comunale grillino Fabio Versaci sulle pagine locali di Repubblica. In verità, la sindaca, si trova ora a fare buon viso a cattivo gioco, giacché non sfugge neppure a lei che tra le finalità della convergenza reciproca per il secondo turno, non esclusa da Carretta e Versaci, vi è anzitutto l’obiettivo di stoppare l’accordo “strutturale” immaginato da lei. “Ora credo non si debba tanto parlare di tecniche elettorali – è la replica della sindaca ai due parlando a a margine dell’avvio del bosco del ricordo per le vittime del Covid – ma è il momento di sedersi al tavolo e parlare di contenuti per capire se ci sono le convergenze su questi accogliendo anche le risposte di Leu e Articolo 1. In piena trasparenza, se ci sono i presupposti per un avvicinamento al secondo turno, verifichiamo se ci sono già anche al primo turno”.

Infatti, “se c’è una convergenza più ampia su un progetto condiviso credo debba essere discusso in modo trasparente a livello territoriale e si possa aprire anche a parti della città che non fanno parte in modo diretto delle forze politiche”, osserva ancora Appendino che prosegue: “a me non preoccupa la questione dei nomi, penso che questa città sia piena di talenti, competenze, persone che potrebbero mettersi a disposizione. Il tema è il progetto, il perimetro del progetto. Se riusciamo a parlare della città e un po’ meno dei nomi credo che le convergenze si possono costruire e i nomi emergere, nomi che possano rappresentare in modo coerente questo percorso”. E tra i profili più affini quello di Mario Calderini è sicuramente in cima alla lista, se è vero, come pare, che il professore del Politecnico di Milano è stato al centro di recenti colloqui tra la sindaca ed esponenti del Pd, primo tra tutti l’ex sottosegretario Andrea Giorgis.

Sulle divisioni che in questi cinque anni di governo pentastellato del capoluogo piemontese hanno segnato i rapporti tra 5Stelle e Pd, la sindaca ha invitato a “uscire dalle dinamiche delle sale consiliari, delle sale del potere. Dobbiamo fare tutti uno sforzo perché abbiamo una responsabilità nei confronti della comunità. C’è un’esperienza, quella del Conte 2, che ha visto forze politiche portare avanti priorità importanti e ha lavorato bene, c’è una città in piena crisi che ha bisogno di parlare di contenuti e progettualità. Le questioni partitiche devono essere lasciate alle spalle. Detto ciò è chiaro che ci si deve credere e per crederci ci si deve confortare sui contenuti”. Infine, interpellata su una possibile riproposizione a livello locale del modello che ha portato Mario Draghi a Palazzo Chigi, Appendino ha concluso: “Il governo Draghi è agli inizi quindi penso ci debba concentrare sul Conte 2, anche per una serie di affinità. Con la Lega, per esempio, su alcuni temi, come diritti e ambiente, non mi sembra ci siano affinità”.

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