VERSO IL VOTO

Saracco, Berruto o Lo Russo? Centrosinistra in loop a Torino

Con l'arrivo di Letta al Nazareno si torna al punto di partenza: girandola di nomi per la candidatura a sindaco. Il segretario incontra Conte. L'alleanza con il M5s e la questione di genere tra i nodi da sciogliere. A Boccia il compito di istruire il dossier

Si riparte da capo. Come in un perverso gioco dell’oca il centrosinistra torinese sembra tornato alla casella di partenza. Con l’arrivo di Enrico Letta anche quel Pd che a Torino sembrava ormai coagularsi attorno alla candidatura di Stefano Lo Russo è stato costretto a tirare i remi in barca in attesa di indicazioni dal Nazareno. Un dossier complesso quello torinese: lo ha capito, suo malgrado, Francesco Boccia, responsabile Enti Locali della nuova segreteria dem che ha ricevuto da Letta l’incarico di istruire le pratiche delle principali città al voto. Compito ingrato per l’ex ministro che a Torino ha in Enzo Lavolta – uno dei tanti aspiranti sindaco – un riferimento politico.

Chi lo conosce sa bene che, laddove potrà, cercherà in ogni modo di favorire un ampliamento del centrosinistra oltre i confini tradizionali fino a inglobare anche il Movimento 5 stelle o almeno quella parte più governativa del nuovo partito di Giuseppe Conte. Nessuna imposizione, certo, ma l’attivismo mostrato da Letta in questi giorni lascia presagire un suo interessamento attivo in vista delle prossime amministrative, il suo primo banco di prova, il testa a testa che non può e non vuole perdere contro Matteo Salvini e Giorgia Meloni. I due ex premier si vedranno oggi per discutere anche delle amministrative.

In questi giorni Boccia è impegnato in un giro di ricognizione con alcuni dei maggiorenti politici torinesi. Ieri ha incontrato il leader dei Moderati Giacomo Portas, una telefonata informale con Sergio Chiamparino e “nei prossimi giorni verrò a Torino per confrontarmi con il partito provinciale e regionale” dice allo Spiffero. Nei colloqui Boccia pare abbia fatto tante domande e fornito poche risposte. Solo qualche battuta in cui non ha celato la sua preoccupazione per un quadro, quello che si sta tratteggiando nel capoluogo piemontese, particolarmente complesso da gestire. Un accordo con i Cinquestelle rischia di far perdere al Pd l’alleanza con Moderati, renziani, Radicali e Azione di Carlo Calenda; uno spostamento al centro del baricentro che non tenga conto dei pentastellati manderebbe in fibrillazione quella sinistra con cui Chiara Appendino – fiera sostenitrice di un’intesa al primo turno – ancora dialoga. “Non fare il pazzo” ha intimato Boccia a Portas quando nel faccia a faccia è emersa tutta la sua inquietudine per la piega che sta prendendo la vicenda. 

È ormai un centrosinistra in loop quello torinese e per uscirne il Pd romano prosegue i suoi sondaggi, ritirando in ballo anche chi da tempo si era tirato fuori da quel manicomio. È il caso del rettore del Politecnico Guido Saracco che a novembre aveva annunciato la sua indisponibilità a correre. Per gravi questioni famigliari, certo, ma anche per il logoramento subito da quei partiti che prima l’hanno chiamato in causa e poi cotto a fuoco lento, fino a bruciarlo. “Per me nulla è cambiato” afferma il Magnifico di corso Duca degli Abruzzi pur lasciando aperti i canali con il Narareno. Tra i nomi che ricorrono nei conciliaboli romani anche quello dell’ex commissario tecnico della Nazionale di volley Mauro Berruto, da poco promosso nella segreteria dem per occuparsi di Sport. Potrebbe essere lui l’asso che Letta calerà all’ultimo momento? Difficile. Berruto nega e parla di “falli di confusione” commessi da chi tira in ballo lui e tanti altri. 

Resta un ultimo nodo da sciogliere: quello di genere. Finora in nessuna delle principali città al voto il centrosinistra ha espresso nomi al femminile, una bella grana per chi come Letta sta imponendo un ricambio al vertice dei gruppi parlamentari proprio in virtù della necessità di dare maggiore spazio alle donne. È verosimile che non ci sia un esponente del gentil sesso candidato a Milano (dove si ripresenta Beppe Sala), Roma (Nicola Zingaretti o Roberto Gualtieri), Bologna (Matteo Lepore?), Napoli (Roberto Fico o Gaetano Manfredi) e Torino?

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