VERSO IL VOTO

Appendino detta la linea ai 5S:
"Sulle alleanze decide Conte"

Nell'incontro con amministratori e militanti la sindaca è tranchant: l'assemblea degli attivisti torinesi non è autonoma e lei si spenderà in campagna elettorale solo se condivide il progetto (cioè se ci sarà l'alleanza col Pd). Ma il fronte del No tiene la posizione

La stessa assemblea che la votò, per acclamazione, cinque anni fa come candidato sindaco di Torino oggi non può considerarsi autonoma rispetto al partito nazionale, anzi per decidere la strategia in vista del voto d’autunno dovrà attendere le indicazioni del suo leader in pectore, Giuseppe Conte. A spiegarlo, di fronte ad attivisti, parlamentari e amministratori locali, è stata ieri sera Chiara Appendino durante un incontro – svolto da remoto – dai toni pacati, senza il temuto redde rationem, ma con un messaggio chiarissimo: nessuno creda di poter disporre autonomamente del simbolo con le cinque stelle.

Non solo: in vista del prossimo voto amministrativo la sindaca ha chiarito, una volta di più, che lei si impegnerà in prima persona durante la campagna elettorale solo se il progetto la convincerà. E il progetto, per Appendino, è sempre il solito: inserirsi nel solco del nuovo corso contiano, creare i presupposti per un’alleanza strutturale tra Movimento 5 stelle e Pd e trattarne le condizioni e l’eventuale candidato.

Al suo fianco c’è una parte non trascurabile della sbrindellata maggioranza rimastale in Sala Rossa e pure tra gli attivisti ormai il nuovo corso pare essere in buona parte metabolizzato. Oltre al presidente d’aula Francesco Sicari, sarebbero con Appendino anche in questa battaglia Serena Imbesi, Marco ChessaCarlotta Tevere, Andrea Russi, Enzo Napolitano, Roberto Malanca e Barbara Azzarà (quest’ultima, non a caso, ha rimarcato come Pd e M5s di fatto governino insieme già in Città Metropolitana). A completare l'elenco potrebbe esserci anche Massimo Giovara che ieri ha manifestato una posizione non ostile a eventuali convergenze.

Il fronte – pur tra tante perdite in questi cinque anni – regge l’urto dell’ennesimo strappo impresso a un Movimento in continua mutazione. “Non siamo più quelli del 2016” ricorda Appendino a chi le chiede il perché di questa nuova svolta; e chissà se lei lo è mai stata. Restano fieramente contrari a un’intesa al primo turno (salvo correre in soccorso al ballottaggio) l’attuale capogruppo Valentina Sganga, che cerca di blindare la sua candidatura a sindaco, Cinzia Carlevaris e soprattutto l’ex presidente del Consiglio Fabio Versaci, il quale dopo aver minacciato fuoco e fiamme, fino a paventare possibili dimissioni e addii, ha chiesto scusa per non aver partecipato all’ultima seduta ed è docilmente rientrato nei ranghi. Più enigmatica la posizione della vicecapogruppo Giovanna Buccolo e di altri che hanno preferito non esporsi. Infine esiste un’area oltranzista confinata alla pura testimonianza, che dice no al Pd sia al primo sia al secondo turno ed è rappresentata da Viviana Ferrero e Daniela Albano. Resta il dubbio, al di là della conta, su chi sarà titolato di decidere la strategia.

Appendino ha annunciato che Conte, nel weekend, incontrerà parlamentari e sindaci; il deputato Davide Serritella, a lei vicino, ha esortato tutti ad avere ancora pazienza. I tempi non sono maturi: i matrimoni, si sa, per celebrarli devono essere d’accordo in due. La sensazione, però, è che se il Pd facesse un passo verso la sindaca lei sarebbe pronta a portare in dote il Movimento 5 stelle, riducendo al minimo eventuali defezioni.

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