TRAVAGLI DEMOCRATICI

Piazza senza il Pd

Succede a Beinasco, popolosa cittadina dell'hinterland torinese. La decisione del segretario regionale Furia contro l'ex sindaco, responsabile di aver provocato la caduta della giunta Gualchi e spaccato il centrosinistra

Si aggiunge un nuovo capitolo nella saga delle elezioni amministrative di Beinasco, popolosa città nell’hinterland di Torino dove il segretario regionale del Pd Paolo Furia ha deciso di negare il simbolo all’ex sindaco Maurizio Piazza. La lettera è stata inviata ieri e ha gettato nel panico il locale circolo del partito che in maggioranza si era schierato proprio con l’ex primo cittadino provocando una frattura con quegli iscritti che avevano mal digerito le manovre di Piazza per far cadere – dopo appena un anno – la giunta di centrosinistra guidata da Antonella Gualchi. Così è nata la candidatura di Dino Lombardi, ex assessore cittadino, sostenuto da Sinistra Popolare, due liste civiche frutto della scissione dem e Movimento 5 stelle. ù

Come spiega Furia nella comunicazione sottoscritta assieme alla sua vice Monica Canalis, la scelta del Pd locale di appoggiare Piazza “ha creato una ferita profonda all’interno del circolo, portando all’uscita di alcuni componenti storici che sono rimasti nel partito, ma hanno scelto di iscriversi in altri circoli del Pd”. Sono quelli che sul territorio hanno, insieme all’ex sindaco Gualchi, dato linfa alla candidatura di Lombardi. Insomma, centrosinistra spaccato e rischio più che concreo di consegnare una delle storiche roccaforti rosse della cintura torinese al centrodestra, capitanato da Daniel Cannati. A Piazza viene imputata la responsabilità di essere stato il regista di buona parte delle tensioni che hanno portato Gualchi a perdere la maggioranza in Consiglio, costringendola alle dimissioni. “Di fronte a questo quadro così scompsto – scrivono Furia e Canalis – abbiamo deciso di non concedere il simbolo a nessuna delle due anime del Pd beinaschese”.

Che il provvedimento sia un dito nell’occhio a Piazza è dimostrato anche da un passaggio della lettera in cui viene specificato che è “necessario dare un messaggio chiaro rispetto ai commissariamenti causati da iscritti Pd a danno di Sindaci Pd”, una prassi considerata un “precedente pericoloso, che lascia conseguenze anche al di fuori del Comune interessato (si pensi alla decadenza dei consiglieri comunali eletti anche in Città Metropolitana) e non sono quindi meritevoli di ottenere il simbolo Pd, non essendo coerenti con i valori e con la lealtà di partito”. Piazza aveva concluso i suoi due mandati da sindaco appena due anni fa, ha tentato senza fortuna la corsa per un posto in Regione e poi ha destinato le proprie energie a disarcionare colei di cui aveva favorito l’ascesa verso la sua successione. Ora ha davanti a sé un bivio: compiere un passo indietro per favorire una ricomposizione della coalizione oppure andare avanti senza il simbolo del Pd, sostenuto da chi ci starà. 

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