POLITICA & SANITA'

Pace armata con Cirio, e Icardi incassa il via libera sui direttori

Il segretario della Lega Molinari impone la tregua tra governatore e assessore cui assicura "piena copertura politica" sulle scelte dei nuovi vertici delle Asl, "sganciate da logiche campanilistiche e spartizioni politiche". I manager arriveranno a guadagnare di più

O li paghi di più, o prendi quel che trovi. È il mercato dei direttori delle Asl, bellezza. E tu non ci puoi fare niente, diceva Humprey Bogart. A far qualcosa, mettendo mano al rialzo sugli stipendi dei manager per avere una scelta maggiore di quella attuale ed evitare che più d’uno ti molli all’improvviso facendo le valigie, ci sta provando il nuovo direttore regionale della sanità Mario Minola

Se la Lombardia paga mediamente il 20% in più i numeri uno delle aziende e altre regioni viaggiano comunque a livelli superiori, un adeguamento da parte del Piemonte è, piaccia o no, nelle cose. L’elenco dei papabili, ormai è quello che è, tuttavia la prospettiva di emolumenti maggiorati non solo potrebbe sbloccare alcune indecisioni, ma potrebbe anche fungere da freno rispetto ai troppi abbandoni anzitempo che hanno segnato le Asl e le Aso negli ultimi anni. Se poi, magari, si potesse aggiungere una penale per chi decide di andarsene prima, sarebbe pure meglio. Minola lavora a spron battuto nel suo ufficio di corso Regina Margherita, dov’è appena arrivato dall’Aso di Novara, mentre ormai si contano le ore per le nomine dei nuovi vertici aziendali. L’elenco probabilmente arriverà in giunta domani, dopo la decisione di postporre la riunione dell’esecutivo di un giorno, e venerdì potrebbero già esserci le delibere di nomina. In zona Cesarini visto che gli attuali contratti scadranno sabato.

Nel frattempo pace fatta, almeno per ora, tra il governatore e il suo assessore alla Sanità. Come anticipato, i colloqui (separati) del segretario regionale della Lega Riccardo Molinari con Alberto Cirio e Luigi Icardi hanno chiarito e superato lo scontro tra i due, mettendolo insieme ai precedenti e tenendo lo spazio per i futuri. Dopo l’intemerata del presidente di venerdì quando in giunta (sia pure collegato da Parigi) aveva accusato Icardi di non aver fatto quello che avrebbe dovuto per le vaccinazioni nei comuni montani, si è avuta l’ennesima conferma di come l’annuncite acuta di cui soffre Cirio rischi spesso di avere indesiderabili ed evitabili effetti collaterali. Insomma, prima di strombazzare ai quattro venti iniziative e provvedimenti forse è meglio verificarne tutti i passaggi e le eventuali difficoltà, evitando quel che è successo con Icardi, ma anche con la sua collega del Lavoro Elena Chiorino sulla vicenda Embraco.

Sistemata la questione “convivenza” tra presidente e assessore, come si diceva si stanno riempiendo anche le caselle dei vertici aziendali, impresa non meno difficoltosa. Icardi, comunque, avrebbe incassato la “piena copertura politica” del suo segretario sui criteri delle nomine: sganciate da logiche campanilistiche e sottratte dalla spartizione politica. Un via libera che segna, indubbiamente, un punto a favore del titolare della Sanità che può quindi ora procedere con maggiore forza alle designazioni.

Tra i punti fermi, al momento e con tutti i possibili cambiamenti che nessuno può escludere fino al momento della firma delle delibere, oltre alle conferme di Giovanni La Valle e Carlo Picco, rispettivamente alla Città della Salute e all’Asl Città di Torino con il passaggio da commissario a direttore, c’è il trasloco di Luigi Vercellino dall’Asl To4 dove sarà sostituito da Carlo Bono, all’Asl di Alessandria. E sempre ad Alessandria, ma all’azienda ospedaliera è dato in arrivo dall’Asp di Trapani Fabrizio Di Bella, già direttore amministrativo del Policlinico di Palermo nel periodo in cui la struttura siciliana era diretta da Picco, il quale al momento delle dimissioni nel dicembre del 2019, dopo essere approdato sull’isola quando commissario della Lega siciliana era il parlamentare Stefano Candiani,  aveva passato il governo “ad interim” dell’ospedale proprio a Di Bella. Ora l’uomo forte della sanità del partito di Matteo Salvini sotto la Mole (oltre alla guida dell’Asl torinese e, per un periodo, del Dirmei, Picco è anche nel board della Compagnia di San Paolo) e il suo numero due a Palermo si ritroveranno in Piemonte.

Destino segnato, nonostante forti appelli e manovre di peso da vari fronti, per l’attuale direttore del Mauriziano: Maurizio Gaspare Dall’Acqua, salvo sorprese, dovrà lasciare il posto (senza che gliene sia offerto un altro) a Valter Alpe, attuale direttore amministrativo della Città della Salute, dove è destinata ad arrivare Beatrice Borghese, area Agenas, molto vicina al direttore generale. Al posto del pensionando Claudio Baccon al San Luigi è tra i papabili (con il necessario placet del rettore dell’Università) Pier Luigi Pavanelli, attuale responsabile dello Spresal alla Città della Salute e componente dell’Unità di Crisi nella prima fase della pandemia. Per certa una direzione, ancora non si sa quale anche se si vocifera del Santa Croce e Carle di Cuneo, per Elide Azzan, attuale direttrice sanitaria dell’Asl di Novara, dove per la direzione generale si fa con insistenza il nome di Francesco Arena, oggi direttore amministrativo dell’azienda alessandrina.

Conferma per Chiara Serpieri nel Vco, dove era stata “esiliata” dopo la fatwa del parlamentare leghista Paolo Tiramani che l’aveva voluta allontanare dalla sua Vercelli, ma che tanto gli deve bastare, come spiegano ambienti di corso Regina dove non c’è nessuna intenzione di calare la mannaia sulla manager, visto il suo lavoro apprezzato anche nella nuova sede. Assai probabile la mancata riconferma di Massimo Uberti all’Asl To5, senza un’ulteriore destinazione e senza ancora sapere chi lo sostituirà. Punto interrogativo ancora anche sull’azienda di Biella, mentre un posto di comando nel cuneese è pronto per Giuseppe Guerra, magari proprio alla Cuneo1 dove è attualmente commissario Covid se si deciderà di non confermare Massimo Veglio. Tra i nomi per una direzione c’è pure l’attuale direttore dell’Istituto di Candiolo, Antonino Sottile già in predicato per il ruolo che posi sarebbe stato assegnato a Minola. Ancora poche ore e si scoprirà se anche per lui ci sarà un posto nelle nuove plance di comando delle aziende.

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