VERSO IL VOTO

CasaPound agita i Fratelli

Nastri smentisce accordi con i neofascisti in vista delle amministrative di Torino e mette in guardia Marrone. Ma i contatti sono in corso, eccome. Sullo sfondo il braccio di ferro per le candidature e la leadership del partito in Piemonte

Parlare a nuora perché suocera intenda. Tra Fratelli succede. E così a leggere in filigrana l’ultima nota di Gaetano Nastri, parlamentare novarese e commissario del partito torinese di Fratelli d’Italia, non è difficile scorgervi un monito nei confronti di chi , evidentemente, si è spinto troppo in là. “Nessuna intesa o accordo elettorale con CasaPound” scrive Nastri bollando la notizia di un’alleanza in vista delle prossime amministrative come “la solita fake news messa in giro dal un centrosinistra che sa di perdere e cerca di avvelenare la campagna elettorale”. Eppure nel partito di Giorgia Meloni c’è chi conferma contatti avviati tra l’assessore regionale Maurizio Marrone e Matteo Rossino, a lungo leader della tartaruga frecciata sotto la Mole e ora portavoce di Torino Tricolore, un “laboratorio sovranista”, come lui stesso lo definisce. Proprio Rossino in questi giorni ha definito Paolo Damilano “un imprenditore di successo” che “si presenta molto bene e qualche sua idea che ho sentito è buona. Sicuramente sarebbe un bel cambio di passo dopo Pd e 5 stelle”. Se non un endorsement poco ci manca. Che il partito di Meloni abbia aperto le porte agli stessi neofascisti che prima si presentavano sotto le insegne di CasaPound e ora dell’associazione Torino Tricolore? Nella base c’è chi conferma, i vertici smentiscono, l’imbarazzo è crescente.

L’accordo che, nelle intenzioni recondite, dovrebbe portare alcuni di questi esponenti a candidarsi, camuffati da civici, nelle liste di FdI viene smentito anche dalla deputata torinese Augusta Montaruli, sodale politica di Marrone e tra i dirigenti più ascoltati dalla Meloni: “Non è mai avvenuto, anzi mi sorprende che qualcuno ne possa parlare”. Eppure se ne parla, eccome se ne parla, a Torino come a Roma.

La sinistra ci sguazza: “Damilano ha qualcosa da dire o per lui va bene tutto quello che decidono i colonnelli di Lega e Fratelli d’Italia?” torna sulla questione Daniele Valle del Pd. Il candidato sindaco del centrodestra (ancora in attesa di incoronazione) resta in silenzio. Mentre in FdI si manifesta una disfida rimasta finora latente: da una parte l’asse tra Guido Crosetto, Nastri e il coordinatore regionale Fabrizio Comba, dall’altro il sodalizio di lunga data tra Marrone e Montaruli, fedeli a Meloni dai tempi di Azione Giovani, l’organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale, e rappresentanti dell’ala più identitaria del partito. Il tavolo per le candidature è quello su cui si consuma il braccio di ferro. È di pochi giorni fa l’ultimo incontro in cui Nastri ha fatto i primi nomi (suoi) di candidati per le prossime comunali. Qualcuno ha storto il naso, la riunione è stata aggiornata ma i dissidi restano. La fuga di notizie, intanto, potrebbe aver congelato l’operazione “entrista” dei nostalgici del Ventennio nel centrodestra. Almeno per ora.

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