COVID & SCUOLA

Smascheriamo la scuola

Delusione di studenti e docenti per prospettiva di mantenere le mascherine obbligatorie in classe da settembre. Intanto la prossima settimana in Piemonte partono gli esami di terza media e di maturità. Ma per il prossimo anno ci sono già oltre 11mila cattedre vacanti

Una scuola ancora “mascherata”. Il prossimo anno scolastico, almeno all’inizio, sarà necessario utilizzare la mascherina insieme a ulteriori misure per mitigare il rischio contagio: la notizia – insieme a quella di un possibile via libera in tempi brevi per vaccinare anche i bambini più piccoli – arriva direttamente dal generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, e gela le speranze di quanti auspicavano – tra docenti e studenti – di tornare in classe a settembre senza le mascherine che certamente non rendono semplice la socialità tra i ragazzi e anche lo scambio con i loro docenti.

“Ora abbiamo la possibilità di vaccinare i ragazzi dai 12 anni in su, quindi gran parte degli studenti. E non è detto che non arrivino ulteriori autorizzazioni per arrivare ai 6 anni.  Quindi l’architrave del discorso scuola, per riaprirla in massima sicurezza in presenza, è quello della vaccinazione, ma continueremo anche con il tracciamento e il diradamento”, spiega il commissario, che qualche giorno fa ha espresso il proprio pensiero anche riguardo a chi non vorrà vaccinare i propri figli o, maggiorenne, sceglierà di non vaccinarsi. I presidi dovranno “rendere sicura la permanenza” a scuola dei bambini e dei ragazzi che sceglieranno di non vaccinarsi”, ammonisce Figliuolo. “Il vaccino è uno dei pilastri della lotta al virus – chiarisce – ma per me nessuno mai deve essere discriminato: finché ci sono le leggi che permettono la non obbligatorietà, chi organizza l’attività scolastica deve mettere in campo tutto quello che è possibile” per garantire a “coloro i quali, per scelta personale o dei propri genitori, abbiano pensato legittimamente di non vaccinarsi, di rendere sicura la loro permanenza negli istituti scolastici”. Un tema, questo, che certamente si riporrà con la ripresa dell’anno scolastico.

I sindacati non sembrano entusiasti all’idea di un ritorno a scuola con le mascherine. “È una notizia non piacevole: molti genitori quest’anno hanno denunciato i dirigenti scolastici perché non volevano che i figli tenessero questi dispositivi in classe. Ci auguriamo che venga ridefinito o puntualizzato un piano anche perché le mascherine assegnate dall’ex commissario Arcuri erano spesso di basso livello qualitativo, con odori forti e grandi, tanto che sono state definite mutande”, commenta la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi dice di “contare molto sul tema della vaccinazione dei ragazzi” mentre la sottosegretaria Barbara Floridia ricorda che si sta lavorando per diminuire il numero di studenti per classe e che sono state prorogate le misure per dare anche l’anno prossimo spazi aggiuntivi alle scuole affinché a settembre le lezioni si possano svolgere con il distanziamento previsto “e col tempo speriamo si possa tornare alla normalità in spazi più ravvicinati”.

In vista del prossimo anno scolastico, Priorità alla scuola, il comitato di insegnanti e docenti protagonista nei mesi scorsi delle proteste contro la didattica a distanza (Dad) partite proprio da Torino ed estese nel resto del Paese, ha formulato una serie di indicazioni. Investire sull’edilizia scolastica, annullare il distanziamento ai banchi a fronte della campagna vaccinale, intervenire sul trasporto pubblico e sugli organici scolastici, in particolare il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario), attuare la rimodulazione del calendario scolastico, prevedere protocolli diversi per positivi e quarantene, consentire l’educazione motoria. Sono i 7 punti che il comitato pone come fondamentali in una lettera che verrà inviata domani alle autorità competenti in occasione dell’ultimo giorno di scuola. “Siamo giunti al termine di un difficile anno scolastico – scrive Pas Piemonte –, nel quale la pandemia, e la sua gestione, ha impattato in maniera devastante sui giovani, comprimendo alcuni dei loro diritti fondamenti. Si sono susseguiti gli annunci spesso smentiti, dall’adeguamento del sistema dei trasporti alla garanzia di un efficace tracciamento alla promessa mancata di un prolungamento dell'anno scolastico, finalizzato al recupero di parte dei mesi di presenza persi. Oggi – conclude la lettera – crediamo sia non solo nostro diritto ma anche dovere di cittadine/i chiedervi quali sono i piani che intendete portare avanti per consentire che il prossimo anno scolastico possa svolgersi serenamente e dignitosamente per gli studenti, le studentesse e tutto il personale”.

Intanto lunedì iniziano in Piemonte gli esami di terza media e dal 16 giugno partiranno quelli di maturità: il protocollo siglato tra Ministero e sindacati prevede che sia necessario mantenere due metri di distanza fra candidato e commissione, studentesse e studenti possono avere un solo accompagnatore, si deve indossare la mascherina.

I sindacati della scuola chiedono di rivedere il Dl Sostegni anche per assicurare i docenti in classe a settembre, il rischio è di 200mila cattedre scoperte. In Piemonte sono oltre 11mila (di cui ben 5.500 solo a Torino) le cattedre vacanti indispensabili per garantire la didattica alle medie e alle superiori: se non cambieranno in pochi giorni le condizioni poste dal governo, saranno affidate in blocco a insegnanti precari.

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