PALAZZO LASCARIS

Azzardo, la Lega rilancia

Il parere negativo dei sindaci, le riserve dei medici e i dati dell'Ires non convincono il primo partito della maggioranza di Cirio. Preioni: "Tuteliamo il lavoro onesto". La prossima settimana si va in aula e l'opposizione prepara le barricate

La Lega non fa marcia indietro e martedì porterà in aula la proposta di legge che riforma e allenta quella approvata nella passata legislatura sul gioco d’azzardo. “Dopo aver ascoltato tutte le associazioni afferenti il mondo del gioco lecito e del contrasto alla ludopatia in Piemonte, siamo ancora più convinti che questo comparto che garantisce un lavoro onesto a migliaia di famiglie debba essere tutelato nella sua interezza” affermano il capogruppo leghista a Palazzo Lascaris Alberto Preioni e il collega Andrea Cerutti.

Nei giorni scorsi, durante una serie di audizioni e acquisizioni di pareri si è assistito a una guerra di numeri tra istituti di ricerca, ordini professionali e associazioni degli operatori del gioco lecito. I timori per l’occupazione manifestati da buona parte del centrodestra, che ha parlato di 5mila posti a rischio, non hanno trovato riscontro negli studi dell’Ires, l’Istituto di ricerche regionale, mentre la Cgia di Mestre e l’Eurispes (guidato in Piemonte dall’ex pm Antonio Rinaudo che è consulente di Alberto Cirio sull’emergenza Covid) hanno avallato con i propri dati la posizione di giunta e maggioranza (dove restano, tuttavia, le perplessità di Fratelli d’Italia). Anche sindaci e autonomie locali si sono schierati contro l’allenamento della legge 9/2016, così come gli ordini professionali di medici, psicologi e assistenti sociali.

Buona parte delle tesi leghiste sono state smontate, non solo sulle ricadute occupazionali della legge approvata dal centrosinistra, ma anche sul presunto aumento del gioco illegale. Secondo la Guardia di Finanza, audita oggi, l’aumento degli illeciti in Piemonte, negli anni 2018-2019, emerso anche dai dati presentati dalla Cgia di Mestre, riguarda infatti prevalentemente controlli effettuati in luoghi adibiti al gioco legale e dunque censiti. Irregolarità che riguardano, in massima parte, la manomissione, l'utilizzo distorto delle macchinette e il mancato rispetto del cosiddetto distanziometro dai luoghi sensibili. “Non si tratta certo di nuove bische o punti di gioco illegali, come vorrebbero far credere i leghisti” afferma il capogruppo M5s Sean Sacco. Inoltre l'aumento degli illeciti è anche diretta conseguenza dell'incremento dei controlli, passato dai 236 del 2018 ai 369 del 2019. Il consigliere Pd Domenico Rossi inizia ad alzare le barricate: “Sia la Procura di Torino sia la Guardia di Finanza hanno escluso ogni correlazione tra la legislazione regionale e il gioco illegale. La Gdf ha sottolineato che i risultati degli ultimi anni dipendono perlopiù dall’impiego di più personale e di strumenti più performanti. Lo stesso ex pm Rinaudo ha dichiarato che non esiste nesso diretto tra la legge regionale in vigore e l’aumento di illegalità”.

Ma il primo partito di maggioranza tira dritto: “Piccoli imprenditori, partite iva, gestori e addetti alla filiera devono avere la certezza di continuare ad avere un’occupazione. In questo senso, continuano le nostre interlocuzioni con gli amici delle altre forze di maggioranza: siamo consapevoli che il testo approvato dalla giunta possa ancora essere migliorato, ma auspichiamo che le diverse sensibilità dei nostri alleati convergano su una totale abrogazione della legge 9/2016 e dell’abominio giuridico della retroattività che porta al suo interno” proseguono gli esponenti del Carroccio. E ancora: “Un principio di equità e difesa dei posti di lavoro che deve valere per tutte le categorie, nessuna esclusa, colpite dagli effetti del provvedimento approvato dalla passata maggioranza di centrosinistra e che noi vogliamo cancellare. Questa è la volontà politica della Lega, recentemente confermata anche da una lettera inviata dalla Confcommercio nella quale si chiede espressamente di approvare un testo che non contenga discriminazioni tra le varie attività, ad esempio bar e tabaccherie”. 

E se le tensioni nel centrodestra sono tutt’altro che sopite (già col primo tentativo la Lega fu costretta al dietrofront per l’ostruzionismo delle minoranze ma anche per la resistenza degli alleati, FdI e Forza Italia), tra i banchi dell’opposizione ci si prepara a una nuova battaglia, nonostante questa volta il super canguro del centrodestra potrebbe sterilizzare l’ostruzionismo di centrosinistra e Movimento 5 stelle.

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