VERSO IL VOTO

Non c'è Futura per il benicomunista, Mattei medita il ritiro dalla corsa

Il professore torinese in ambasce con una lista che non decolla. In forse la sua candidatura a sindaco, stretta tra la sinistra comunista di D'Orsi e quella alleata al Pd di Grimaldi. Pure gli ex grillini hanno preso altre strade e non lo seguono

Se l’aspettava forse diversa questa campagna elettorale; non certo una cavalcata trionfale, ma nemmeno una lunga e pressoché solitaria traversata nel deserto. Starebbe per gettare la spugna il professor Ugo Mattei, il guru dei beni comuni, promotore dei quesiti referendari per l’acqua pubblica, grillino ante litteram e ora frontman e candidato sindaco a Torino di una lista, Futura, che forse non vedrà mai la luce. Insomma, un gran futuro alle sue spalle. Domenica il “Supercaucus” con cui avrebbe dovuto scegliere i candidati per la Sala Rossa e le varie circoscrizioni non si sono rivelati un successo, anzi. Quella che doveva essere un’ampia area politica in grado di intercettare gli elettori a sinistra del Pd e i delusi del Movimento 5 stelle rischia di ritrovarsi stritolata tra la coalizione di Angelo D’Orsi e la Sinistra Ecologista di Marco Grimaldi che dovrebbe sostenere il dem Stefano Lo Russo. Anche buona parte degli ex grillini hanno preso strade diverse: il Movimento 4 ottobre – fondato dai consiglieri regionali Francesca Frediani e Giorgio Bertola – pare vada per conto proprio, puntando su un altro ex pentastellato come Damiano Carretto, che in Sala Rossa è recentemente passato dai banchi della maggioranza a quelli dell’opposizione.

Così Mattei si è ritrovato solo, con un drappello di no mask, qualche ex forcone e un paio di pseduo artisti legati al progetto della Cavallerizza. Troppo poco per diventare sindaco di Torino, come dimostra il recente sondaggio di Alessandra Ghisleri che, nonostante lui abbia già tappezzato la città con i suoi manifesti e il simbolo della sua lista, viene valutato allo 0,3 per cento. Sostanzialmente ininfluente. Sarà per questo che alcuni suoi collaboratori negli ultimi giorni hanno parlato apertamente di ritiro.

Se così fosse si tratterebbe di un’altra tegola sulla testa del sessantenne professore di diritto civile dopo che, non più tardi di una settimana fa, si è trovato costretto a rassegnare le dimissioni dalla direzione (appena assunta) della scuola di dottorato in Diritti e Istituzioni dell’Università di Torino, in polemica con la gran parte dei colleghi del Collegio docenti, che ne avevano aspramente denunciato la gestione giudicata personalistica.

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