A CHE GIOCO GIOCHIAMO

Azzardo Lega, scommessa vinta

Il primo partito di maggioranza s'è intestato la battaglia e ha portato a casa il risultato: il colpo di spugna sulla ludopatia è legge. Nel voto finale anche il sì di Cirio, mentre FdI e Stecco si astengono. Maggioranza spaccata. Opposizioni: "Non finisce qui"

Il colpo di spugna sul gioco d’azzardo è legge. Si è concluso nel pomeriggio il lungo e travagliato iter di uno dei provvedimenti più controversi approvati da questa legislatura regionale. Una legge sulla quale s’è imposta la Lega, si sono opposti i Fratelli d’Italia mentre Alberto Cirio se n’è lavato le mani (non ha mai preso la parola sul tema in questi tre giorni e oggi si è limitato a esprimersi a favore sul voto finale). Il suo partito, Forza Italia, si è ritrovato a rimorchio della prima forza della coalizione a votare un testo che non l’ha mai convinto. Nel voto finale sono stati 25 i favorevoli, 17 i contrari, 3 gli astenuti e un non votante. Insomma una maggioranza in ordine sparso.

Tra le novità introdotte, la modifica del cosiddetto “distanziometro”: sarà vietata l’attività di sale da gioco, sale scommesse e spazi per il gioco, e anche l’installazione di nuovi apparecchi, a una distanza inferiore ai 300 metri da luoghi sensibili (scuole, università, sportelli bancomat, compro oro e altri) nei comuni sotto i 5.000 abitanti come da precedente legge, ridotta da 500 a 400 metri per quelli con più di 5.000 abitanti. Ma soprattutto viene cancellata la retroattività della precedente norma: saranno obbligati ad adeguarsi alle disposizioni solo i nuovi esercizi. E quelli che avevano dismesso gli apparecchi dopo l’entrata in vigore della legge 9/2016 possono rivolgere istanza di reinstallazione, anche se intervenuti cambi di titolarità, senza che ciò sia equiparato a nuova installazione, purché non si superi il tetto massimo esistente a maggio di cinque anni fa.

L’approvazione è arrivata dopo numerose sedute d’aula e decine di ore di discussione, con il voto favorevole di Lega e Forza Italia, mentre FdI ha garantito la presenza. Vengono definite le fasce orarie da rispettare tassativamente: sale da gioco e sale scommesse dovranno interrompere le attività dalle 2 alle 10, gli spazi gioco per dieci ore giornaliere complessive, di cui otto ore consecutive nella fascia dalle 24 alle 8 e due ore nella fascia di uscita dalle scuole dalle 13 alle 15. Rispetto alla legge del centrosinistra i sindaci non avranno la facoltà di intervenire sulle fasce orarie per estendere le restrizioni.

Al momento dell’approvazione tra i banchi delle opposizioni si sono levati cartelli con la scritta “Non finisce qui”. Centrosinistra e Movimento 5 stelle minacciano l’impugnazione, si parla di un referendum abrogativo da promuovere tra i cittadini, ma per il momento sono solo ipotesi.

“Visti gli evidenti profili anticostituzionali della nuova norma, confidiamo in uno stop da parte della magistratura” ha commentato con una nota il gruppo del M5s, che accusa la maggioranza di aver fatto “una scelta scellerata, avvenuta sotto dettatura delle lobby dell’azzardo, ignorando tutti i pareri contrari di associazioni, enti locali e forze dell’ordine che, durante le audizioni in commissione, hanno messo in guardia il legislatore dal modificare questa buona norma”. Sulla stessa linea il consigliere dem Diego Sarno: “La maggioranza ha approvato la legge certificando la scelta di Cirio” dice. Insomma, “ascoltati i diktat di Salvini hanno preferito le lobby alla salute”. “L’unica soddisfazione parziale è l’aver ottenuto l’esclusione della maggior parte dei bar dai luoghi di gioco”. “A settembre, dentro e fuori l’aula, la battaglia riprenderà. Pioveranno ricorsi, azioni di contrasto, giudizi di legittimità costituzionale. Noi non saremo complici della inevitabile risalita dei drammatici dati sulla ludopatia” conclude Sarno.

Esulta, invece, la Lega: “Ha prevalso il buon senso” commenta Andrea Cane vicepresidente della commissione Sanità, mentre il presidente della stessa commissione – il leghista Alessandro Stecco – si è astenuto, così come i due consiglieri di FdI, in dissenso nei confronti del suo stesso partito. “L’assurda legge regionale precedente ha colpito l’intero comparto del gioco lecito lasciando imprenditori e lavoratori sul lastrico e offrendo al mondo del sommerso e delle scommesse clandestine l’opportunità di attirare nelle sue spire i patologici – prosegue Cane nel suo surreale proclama –. Una vergogna cui la maggioranza a trazione leghista ha messo fine”. Gli fa eco il collega Claudio Leone che s’avventura su terreni ancor più impervi: “L’alcolismo non si combatte chiudendo i bar, il fumo uccide ma abbiamo i Monopoli di Stato e certo non trattiamo i tabaccai come dei killer. Il proibizionismo cieco fa danni, la lungimiranza della nostra legge è quella di affrontare un problema dandogli un nome che è dipendenza”.

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