VERSO IL VOTO

Lib-Lab e Popolari: ecco chi bussa alla porta di Damilano

Da Calgaro a Nigra, da Merlo a Marengo fino all'ex socialista Cantore: in quel limbo tra destra e sinistra il vento spira verso l'imprenditore dell'acqua e del vino. Azione in frantumi, Italia viva tratta qualche posto. Accordi e alleanze al bar Zucca

Dalle trattative per una lista unica nel centrosinistra al pellegrinaggio alla spicciolata alla corte di Paolo Damilano. Alberto Nigra, responsabile Enti Locali di Azione era stato chiaro: “Se riusciremo a costruire un progetto con Italia Viva e Più Europa bene, altrimenti liberi tutti”. E infatti liberi tutti è stato. Che lui prediligesse il centrodestra, in fondo, non era un mistero così come non ha mai celato il suo imbarazzo dopo l’endorsement pubblico di Carlo Calenda a favore di Stefano Lo Russo.

Ma guai a pensare che Nigra – già segretario dei Ds torinesi, poi passato ai Socialisti, poi al fianco di Roberto Cota alle regionali del 2010, poi migrato in Più Europa e infine in Azione – sia l’unico in quella terra di confine, in quel limbo fra destra e sinistra, pronto ad assecondare quel vento che spira in poppa a Damilano. C’è per esempio il medico di famiglia Giorgio Diaferia, anche lui un tempo socialista e oggi in tasca la tessera di Azione e persino la madamin Giovanna Giordano Peretti che nei giorni scorsi ha incontrato direttamente Damilano, come confermano dall’inner circle dell’imprenditore. La stessa Giordano Peretti che ha affiancato fino alle primarie il radicale Igor Boni e che poi si è proposta come candidata a sindaco di un ipotetico Terzo polo, con il beneplacito di Claudio Lubatti che del partito di Calenda è il coordinatore regionale e l’artefice di un accordo che porterà qualche iscritto a candidarsi nella lista civica di Lo Russo.

Lo smottamento al centro riguarda anche Italia Viva. Sabato al bar Zucca in compagnia di Damilano è stato avvistato il presidente della Circoscrizione 8 Davide Ricca, renziano doc che ha atteso inutilmente garanzie sulla sua riconferma dal centrosinistra. E se Azione si è ormai spaccata, anche nel partito dell’ex premier non sono mancate le fughe in avanti. Mentre il senatore Mauro Marino continua a trattare con entrambi gli schieramenti in campo – “Non abbiamo ancora deciso chi sostenere” – c’è chi come Guido Gozzi, ex Pd, si è già spostato sul centrodestra. Strizza l'occhio al patron del barolo anche la renzianissima Silvia Fregolent che però, a dispetto delle voci circolate negli ultimi giorni, non ha alcuna intenzione di candidarsi: misurarsi con le preferenze è troppo rischioso, meglio ritagliarsi un ruolo di fiancheggiatrice esterna.

Dietro l’appassionata esposizione di principi e la solita auspicata convergenza sui programmi, si nascondono trattative attorno a questioni ben più prosaiche. Ed è evidente che “partiti parlamentari” come Italia Viva e Azione, senza alcun tipo di radicamento, capeggiati da un ceto politico con un glorioso passato alle spalle e poche prospettive future, siano quelli in cui è più difficile serrare i ranghi e in cui assieme al “liberi tutti” ci si sta muovendo in base al grido “si salvi chi può”. Sono tanti a bussare alla porta e per questo prende piede l’ipotesi di una seconda lista civica a sostegno di Damilano. Una formazione in grado di traghettare i delusi del centrosinistra verso i lidi del candidato che oggi gode dei favori del pronostico. Ci sarebbe già pronto anche il nome, “Alleanza democratica”, ma i tempi sono stretti e a oggi pare difficile possa vedere la luce. Si tratta comunque di una triste nemesi per una coalizione che in tutti questi anni ha usato i Moderati per il percorso inverso, da destra verso sinistra.

Tra coloro che hanno incontrato recentemente Damilano ci sono anche l’ex deputato di Italia dei Valori Gaetano Porcino e il figlio Giovanni (per gli amici champignon quando presiedeva la Sala Rossa). Nessuno dei due sarebbe intenzionato a correre in prima persona, piuttosto avrebbero assicurato il loro sostegno a un candidato che entrerà in una delle liste civiche del candidato sindaco. E a proposito di figli d’arte ecco ai nastri di partenza anche Andrea Cantore, account e project manager in Armando Testa, erede di Daniele Cantore, ex segretario del Psi torinese e consigliere prima in Comune e poi in Regione con il centrodestra. A lui sarebbe stato garantito un posto nella lista Torino Bellissima. Dal Garofano alla Balena Bianca perché ci sono anche alcuni ex democristiani pronti a schierarsi con l’alfiere del centrodestra, come l’ex vicesindaco Marco Calgaro o Giorgio Merlo, già parlamentare di lungo corso, seguace di Donat-Cattin e ghostwriter di Franco Marini, prima di una sbandata in Leu e ora un’attrazione fatale per il centrodestra. E per completare l’arco costituzionale della prima repubblica torinese, tra chi gravita nell’orbita di Damilano ci sarebbe anche l’ex segretario del Pli e consigliere regionale Pierluigi Marengo, che i tifosi granata ricordano come presidente del Toro dell’epoca “pattista”.

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