PALAZZO LASCARIS

Cave, altolà a Tronzano

Maggioranza e minoranze chiedono un approfondimento del testo e salta il voto per mandarlo in aula. Lo sgambetto all'assessore di Riva Vercellotti. Rossi (Pd): "Serve una maggiore tutela ambientale"

“Dopo aver toccato il fondo con la legge sull’azzardo, ora l’assessore Tronzano si è messo a scavare” se la ridono alcuni consiglieri di Palazzo Lascaris. E infatti è sul regolamento delle cave che si è registrato oggi, in terza commissione, un nuovo match tra il titolare del bilancio e delle attività produttive e la maggioranza di centrodestra. Risultato: regolamento congelato e voto procrastinato in attesa dell’accordo. Era stato il centrosinistra, nella scorsa legislatura, a varare la legge sulle attività estrattive senza riuscire tuttavia a redigere il primo regolamento unico a livello piemontese. Così ci ha pensato il centrodestra ma il risultato risulterebbe fin troppo sbilanciato a favore dei cavatori e lasso dal punto di vista della tutela ambientale al punto che il semaforo rosso è arrivato anche da Fratelli d’Italia con Carlo Riva Vercellotti.

L’obiettivo di un regolamento regionale è quello di uniformare quelli delle varie province in particolare sul riempimento dei vuoti estrattivi, cioè sul conferimento dei rifiuti. Nel merito gli oggetti del contendere sono essenzialmente tre: la possibilità di limitare le tipologie di rifiuto che si possono portare in cava, soprattutto se a contatto con una falda acquifera, anche stringendo le regole nazionali per una maggiore tutela ambientale; la necessità di aumentare i servizi di vigilanza su questo tipo di attività; la possibilità di avere un piano di conferimento dei rifiuti ex-ante che definisca provenienza, tipologia e stoccaggio nel sito.

Le proposte delle minoranze, portate avanti dal consigliere Pd Domenico Rossi – primo firmatario della legge approvata nella scorsa legislatura – assieme a quelle di maggioranza hanno indotto tutti i consiglieri a un approfondimento e consigliato l’assessore di non forzare la mano su una votazione dall’esito incerto.

Se ne riparla a settembre. Rossi chiede che si parta dall’esperienza di Novara, provincia che si è dotata dal 2011 di un piano che, ad esempio, vincola per le cave in falda il conferimento esclusivamente del materiale proveniente dallo stesso sito estrattivo. Poi la richiesta di coinvolgere tutti gli attori in campo: “Si proceda all’ascolto delle istanze del comparto agricolo e delle associazioni ambientaliste, considerato l’elevato impatto antropico che il settore estrattivo ha sul territorio”.

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