VERSO IL VOTO

Centrosinistra rischia la disfatta, "torni in campo Chiamparino"

Solo l'ex sindaco olimpico (e governatore) potrebbe far risalire la china a una coalizione che sembra rassegnata a rincorrere Damilano e il centrodestra. Pressing da più parti perché si candidi. Re: "Potrebbe dare una grossa mano". Decisiva

“Quando si invoca il salvatore della Patria significa implicitamente ammettere che la Patria è messa male”. Non erano servite troppe parole, qualche giorno fa, a Sergio Chiamparino per rifiutare quel ruolo che molti chiedono, con crescente insistenza, di rivestire alle imminenti elezioni comunali di Torino. Ma che la “patria” del centrosinistra non goda di buona salute non lo nasconde più nessuno. Se poi dalla metafora istituzionale si passa a quella calcistica il senso non cambia: se Pd e alleati con il suo candidato Stefano Lo Russo non sfondano come ci si attendeva, forse davvero serve un centravanti di sfondamento. E se la riserva non sta in panchina, ma ormai in tribuna d’onore, perché comunque non provarci?

Un’idea non del tutto inedita, quella di far (ri)scendere in campo come candidato di “garanzia” il Chiampa. Solo lui, ragionano in molti, è in grado di invertire l’andamento di un centrosinistra quasi rassegnato a inseguire l’avversario di centrodestra, solo il sindaco olimpico può contare su un consenso popolare che travalica il perimetro della coalizione, solo di fronte al carisma di un “padre nobile”, qual è lui, lo schieramento potrebbe trovare unità e concordia. E poi, fa notare più d’uno, avrebbe una forte carica simbolica: con la sua presenza sancirebbe il passaggio del testimone alla generazione successiva alla sua, quella dei ragazzi di via Chiesa della Salute, assumendosi forse per la prima volta la responsabilità del “dopo di noi” politico.

Lo stesso Lo Russo, tempo addietro gli propose di candidarsi nella lista del Pd, significativamente all’ultimo posto, il quarantesimo, per rimarcare lo “spirito di servizio” di una scelta che farebbe da traino e sicuramente breccia in quella parte di elettorato per nulla ancora deciso a votare centrosinistra. Il Chiampa declinò adducendo vari motivi, tra i quali la presenza in coalizione dell’autore dell’esposto che lo ha portato a essere indagato per inquinamento ambientale (peraltro con i vertici di Comune e Regione dell’ultimo ventennio, di ogni colore). Si tratta di Roberto Mezzalama, presidente del comitato Torino Respira, che a quanto pare è tra i candidati di punta di Sinistra Ecologista. Gli rode, e come dargli torto, ma per quanto imbarazzante possa essere per Chiamparino correre fianco a fianco con il suo accusatore, è difficile pensare che sia questa la ragione principale ad averlo indotto finora a rispondere picche.

“Giunti a questo punto – si è confidato giorni fa con alcuni amici – una mia partecipazione diretta avrebbe più controindicazioni che opportunità, non credo sia fattibile”. Certo, se qualche mese fa si fosse ragionato su un unico listone civico a fianco del Pd, allora sì, avrebbe potuto prendere in considerazione la proposta: “Ora c’è il rischio di alterare i già fragili equilibri tra le forze politiche”, ha concluso. E poi, com’è nel suo stile, civettando sull’età ha liquidato la questione con una battuta: “Nessuno poi capirebbe chi fa il badante”.

Eppure, a pochi giorni dalla chiusura delle liste, fissata al 3 di settembre, gli inviti più o meno palesi perché ci ripensi e decida di candidarsi si sono fatti più pressanti. Non l’ultima posizione come ipotizzato per la lista dem, ma la prima nella formazione civica di Mario Giaccone, quella lista Monviso nata proprio per la sua elezione in Regione, sarebbe la prospettiva che piacerebbe a chi teme una sconfitta ad opera del civico Paolo Damilano. Questa è, ad esempio, l’opinione di Piergiorgio Re, il quale pur affermando di guardare “con interesse e attenzione sia a Damilano, sia a Lo Russo che conosco da molti anni” non è un mistero che strizzi l’occhio al centrosinistra. Inoltre, il presidente dell’Automobile Club con un lontano passato nel Partito Liberale, ha un legame di antica e solidissima amicizia con Chiamparino. “Sergio potrebbe dare una grossa mano – afferma Giorgino allo Spiffero –. Lo conosco bene, fui molto contento quando si candidò alla presidenza della Regione e l’ho apprezzato moltissimo quando ha fatto il sindaco, in quegli anni è stato fatto il parcheggio sotterraneo e investimenti importanti sulla mobilità”. Per l’amico di vecchia data, che certamente non avrà taciuto al Chiampa la sua opinione e fors’anche il suo auspicio, “Sergio, oggi come oggi, da persona che ha maturato una grande esperienza e che può metterla ancora a disposizione senza bandierine ideologiche darebbe un notevole contributo”.

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