ATTACCATI AL TRAM

Trasporti, il Piemonte ha un piano ma sui controlli è al capolinea

Il 13 settembre riaprono le scuole e sulla mobilità quasi nulla è cambiato. Centomila chilometri di corse in più ogni settimana e capienza all'80%. Dopo l'incontro con il ministro restano molte perplessità. Gabusi: "Impensabile un controllore su ogni mezzo"

Dietro “lo spirito di forte collaborazione” evidenziato dalla nota ufficiale del ministero delle Infrastrutture al termine dell’incontro con le Regioni mal si nasconde il problema irrisolto dei controlli sui mezzi pubblici alla ripresa della scuola. La garanzia sul rispetto della capienza massima, fissata all’’80%, e delle misure di sicurezza come l’uso delle mascherine, alla prova dei fatti – ovvero del confronto tra Governo e Regioni – mostra tutta la sua aleatorietà. Una questione che governatori e assessori hanno messo davanti al ministro Enrico Giovannini, presente anche la collega agli Affari Regionali Mariastella Gelmini, e lì è rimasta in attesa di una soluzione.

Il Piemonte, come spiega l’assessore ai Marco Gabusi dopo la riunione a distanza con il ministro, “ha pronto il suo piano trasporti in vista dell’inizio dell’anno scolastico. Ci abbiamo lavorato in questi mesi di concerto con il prefetto di Torino che ha coordinato i vari tavoli provinciali. Sostanzialmente ricalca quello dell’ultimo periodo scolastico prima delle vacanze: centomila chilometri aggiuntivi ogni settimana, circa 950mila euro in più di costi sempre su base settimanale”.

Gabusi ricorda come l’ultimo periodo dello scorso anno scolastico aveva visto i mezzi di trasporto viaggiare al 50% di capienza a fronte di una presenza in classe del 75%. “Oggi ci prepariamo a un numero di persone decisamente maggiore sui mezzi e quali potranno essere gli effetti lo si scoprirà al momento dell’attuazione pratica del piano. Dobbiamo prevedere un impatto diverso di fronte a immagini che inevitabilmente mostreranno bus e treni affollati”. Per rendere l’idea, all’80% di capienza sulla metropolitana di Torino ogni metro quadro “ospita” quattro persone, “si sta appiccicati – spiega l’assessore – ma questo è quanto previsto dalla norma”. Come si coniugheranno questi numeri con la necessità, continuamente ribadita dagli esperti, incominciando dal comitato tecnico scientifico nazionale, di garantire misure in grado di ridurre le possibilità di diffusione del virus? Per ora sul trasporto locale non è previsto il green pass, avendone limitato l’obbligo sui mezzi a lunga percorrenza. 

E se proprio i trasporti sono stati individuati come il luogo principale di contagio, molto più rispetto alle aule scolastiche, la decisione di consentire una capienza dell’80% non può che trovare ragione nel fallimento di ogni azione ampiamente prevedibile e programmabile in questo settore. Per dirla tutta: poco o nulla è cambiato rispetto all’anno scorso e l’unica speranza di evitare o limitare un forte aumento dei contagi sta solo nel vaccino. 

In questo s’inserisce l’intricata matassa dei controlli. “Su questo abbiamo molti dubbi”, dice Gabusi includendo anche le altre Regioni sulla linea del Piemonte. “Intanto sgombriamo il campo dall’idea che su ogni mezzo possa esserci un controllore. È impossibile, pensiamo solo quanti ne servirebbero a Torino, tra bus e metropolitana”. Ma non è solo una questione di organico, questione che il Governo sembra intenzionato a superare indicando controlli a campione. “Resta ancora da definire con chiarezza ruolo e poteri di chi dovrebbe vigilare sul numero di passeggeri e sul rispetto delle norme di sicurezza”, aggiunge Gabusi. 

Se in piccoli centri di provincia un’azione di controllo può essere tutto sommato semplice e fattibile, ben altro si prospetta per le città e le grandi linee di comunicazione. “Dobbiamo tenere conto anche che non è affatto semplice impedire la salita su un bus a chi deve andare a scuola, così come chi usa i mezzi per andare al lavoro. Già nei mesi scorsi la norma prevedeva che in caso in cui la capienza massima fosse raggiunta, l’autista avrebbe dovuto saltare la fermata, ma come possibile se qualcuno doveva scendere?”. Di questo problema si discuterà ancora nell’ulteriore incontro fissato per martedì prossimo, ma sulla questione dei controlli l’assessore non alimenta certo grandi speranze: “Passare dalla teoria alla pratica, in questo caso, non è per niente semplice”.

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