POLVERE DI (5) STELLE

Appendino freme, Conte frena.
Sindaca e M5s alla prova del voto

Giuseppi rimanda il varo della segreteria a dopo le elezioni, ma la prima cittadina teme che una disfatta a Torino possa pregiudicare la sua nomina. Intanto, obtorto collo, si ritrova a sostenere Sganga e al ballottaggio potrebbe dover digerire l'endorsement a Lo Russo

Aveva assicurato (o meglio ammonito) che il suo appoggio sarebbe andato esclusivamente a un candidato in totale “continuità” con la sua linea politica e la sua attività amministrativa; e invece Chiara Appendino si ritrova obtorto collo al fianco dell’esponente a lei più distante. Scherzi del destino verso i quali la sindaca ha imparato a fare buon viso a cattivo gioco. Valentina Sganga ha costruito una lista “a sua immagine e somiglianza” lamenta qualche fedelissimo della prima cittadina rimasto isolato, si propone come alfiere di un Movimento 5 stelle ancorato più che mai alle sue origini pur senza contestare apertamente il nuovo corso governista inaugurato da Giuseppe Conte e si muove in modo quasi autonomo, col piglio di chi è pronto a emanciparsi.

Nel weekend la candidata sindaca grillina è stata ai banchetti per la raccolta delle firme, da metà settimana – chiuse le incombenze amministrative – inizierà a battere i mercati di Torino e a fare la sua campagna elettorale, ben consapevole della difficoltà di una sfida in cui parte abbondantemente dietro ai due principali concorrenti, Paolo Damilano e Stefano Lo Russo. Al suo fianco, almeno virtualmente, c’è sempre Appendino che sui social ha chiesto ai cittadini “una firma per proseguire un profondo percorso di rinnovamento intrapreso in questi anni”. Ma al di là delle apparenze, tra le due il rapporto si è raffreddato da tempo, da quando cioè Sganga ha iniziato a giocare di sponda con l’area più intransigente del gruppo consiliare per orientare alcune scelte diella giunta Appendino. Una sorta di controcanto sfociato nell’opposizione, netta, a ogni forma di accordo al primo turno tra M5s e Pd, progetto sul quale la sindaca aveva investito tantissimo.

Tanto diverse eppure per certi versi così simili, Chiara e Valentina ora sono legate anche da un comune destino. È cosa nota che la prima cittadina avrebbe preferito poter contare su un candidato sindaco a lei più vicino (leggi Andrea Russi), ma allo stesso tempo non potrà far altro che spendersi per un buon risultato del Movimento 5 stelle. Una débâcle di Sganga sarebbe giocoforza anche la bocciatura dei suoi cinque anni trascorsi al piano nobile di Palazzo Civico ed è evidente che, pur non candidata, queste urne sono per Appendino un banco di prova importantissimo. Fonti vicine a Conte descrivono il nuovo leader orientato a lasciar passare le comunali prima di varare la segreteria nazionale dove la sindaca di Torino ha già prenotato un posto, possibilmente tra i più vicini all’ex premier. Chi meglio di lei, in fondo, può incarnare il nuovo corso del Movimento 5 stelle? Eppure mentre lei freme Conte frena e non ha nessuna intenzione di aprire un fronte interno proprio mentre è impegnato a salvare il salvabile in queste amministrative. Batterà tutti i Comuni al voto, sarà a Torino in due occasioni: a metà settembre, quando andrà a dare manforte anche ai candidati di altre città come Pinerolo e Novara, e poi per il gran finale alla vigilia del voto. Il suo primo pensiero, adesso, è la campagna elettorale non certo quello di approvare nuovi organigrammi e magari ritrovarsi qualche scontento in casa proprio mentre occorre che tutti remino dalla stessa parte.

Già così il clima nel M5s di Torino non è idilliaco. Gli appendiniani sono in ritirata, molti hanno rinunciato a candidarsi e ora lanciano strali da facebook. Su tutti il presidente del Consiglio Francesco Sicari che nei giorni scorsi ha contestato il voto per determinare la posizione dei candidati in lista. Lui non ci sarà. Come molti dell’ala più vicina alla sindaca (da Marco Chessa a Serena Imbesi, da Carlotta Tevere a Massimo Giovara solo per citarne alcuni) ha rinunciato a confrontarsi con le urne. Sono quelli che volevano l’alleanza col Pd al primo turno ma hanno perso la battaglia e ora vedono i dem come fumo negli occhi. Appendino non farà mai un appello a votare Lo Russo, anzi con un abile stratagemma retorico – “la città non deve tornare indietro” – ha già strizzato l’occhio al candidato di centrodestra. Ma in caso di secondo turno chi offrirà la posizione ufficiale del M5s? Naturalmente Conte che difficilmente potrà negare il suo endorsement al candidato del Pd mentre in tutte le città d’Italia prende forma un fronte progressista giallo-rosso sull’onda lunga del secondo governo di questa legislatura. Posizione su cui si troverà in sintonia con Sganga. I due ne discuteranno nei prossimi giorni, mentre i pentastellati sono pronti ad aprire due sedi per l’ultimo miglio di campagna elettorale: una sarà in via Bellezia, nel Quadrilatero romano, e sarà gestita dal gruppo giovani più legato alla vita notturna, l’altra, quella principale, aprirà in corso Tassoni. Inaugurazione prevista nei prossimi giorni.

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