VERSO IL VOTO

"Il Pd non è il partito della Ztl"

A Falchera, nella periferia Nord di Torino, il segretario Letta lancia la sfida in vista delle urne: "Parliamo a tutta la città". E strizza l'occhio al M5s: "Il reddito di cittadinanza non va cancellato". Al suo fianco il candidato Lo Russo

Allargare il perimetro delle alleanze del Pd, migliorare il reddito di cittadinanza ma senza cancellarlo e in vista delle urne “convergenze per vincere le destre”. Incalzato dai giornalisti durante il suo tour elettorale a Torino, al fianco del candidato dem Stefano Lo Russo, Enrico Letta non cita mai esplicitamente il Movimento 5 stelle ma il riferimento ai pentastellati è costante nelle sue dichiarazioni. Incalzato non solo sul capoluogo piemontese, ma anche su Roma, il segretario si è mostrato fiducioso sulla possibilità che Roberto Gualtieri “passi il primo turno”; “delle alleanze parleremo dopo”. Anche nella Capitale tiene banco il tema di una possibile convergenza tra centrosinistra e pentastellati in caso di ballottaggio: “Per ora dico solo che stiamo lavorando per un Pd allargato, non isolato, che lavori su importanti convergenze per vincere le destre” sono le parole di Letta dal quartiere Falchera, nella periferia Nord di Torino, luogo simbolo di quella parte di città che ha abbandonato da tempo il Pd e che dopo un’infatuazione per Chiara Appendino ora potrebbe lasciarsi sedurre dalle promesse di Lega e Fratelli d’Italia.

Il messaggio che vuole mandare Letta è che “il Pd non è solo il partito delle Ztl. La coalizione che vogliamo costruire, parla alla città nella sua interezza”. “Troppo spesso – ha aggiunto Letta – abbiamo abbandonato le zone in cui la prossimità è più importante e oggi siamo qui per ripartire da questo. Non possiamo più tollerare che nelle nostre città ci siano abitanti di serie A, B e C, perché così la città implode invece la città nella sua interezza deve trovare il disegno e la speranza per il futuro”. Eppure, al di là di tanti auspici, la crisi in questi anni ha picchiato duro soprattutto nei quartieri della periferia a Nord di Torino, in quelle aree spesso degradate che faticano a sollevarsi anche per la penuria di risorse per investimenti pubblici. La variante 200 è rimasta in buona parte sulla carta mentre ora una speranza è costituita dai cantieri per la seconda linea della metropolitana.

E per far fronte alla povertà per il Pd ora è utile anche il famigerato reddito di cittadinanza. Miracolo dovuto all’approssimarsi delle urne e alla necessità di non indispettire quel potenziale alleato che a Napoli già viaggia a braccetto con il centrosinistra, mentre a Roma e Torino potrebbe rivelarsi strategico in vista di un più che probabile ballottaggio. “Credo che Draghi sul reddito di cittadinanza abbia detto cose importanti – è il pensiero di Letta –. Ha aperto una discussione che consente di portare miglioramenti e di prendere il buono che c’è stato, perché del buono ce n’è stato, e di superare i limiti ad oggi riscontrati. Questo è il metodo migliore”. Insomma, “nessuna cancellazione di questo strumento, noi come il premier crediamo in un suo miglioramento”.

Rivolgendosi a Lo Russo, Letta si definisce “impressionato dalla sua competenza tema per tema, piazza per piazza, su qualunque dossier”. Insomma, “Stefano – aggiunge Letta – ha lo spirito da secchione torinese vincente per questa città. Confermo il mio sostegno a lui e l’impegno del Pd nazionale a far sì che la coalizione che lo sostiene sia vincente e siamo fiduciosi che lo sia. La vittoria per il centrosinistra a Torino è possibile e a portata di mano”. A chi gli ricorda che i sondaggi danno in vantaggio lo sfidante di centrodestra Paolo Damilano, Letta replica: “Quello che conta non sono i sondaggi, ma l’unità della coalizione, la campagna elettorale e le competenze. Lo Russo sarà come Tortu alle Olimpiadi con l’inglese – sorride – che credeva di essere davanti ma poi Tortu ha vinto”.

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