VERSO IL VOTO

A Novara Canelli (quasi) senza rivali

Il sindaco uscente punta a chiudere la partita già al primo turno. Piccola gara in famiglia per superare il 61% del suo predecessore Giordano. Centrosinistra male in arnese si affida allo psicologo. Competizione Lega-Fratelli d'Italia

Dicono che a Novara l’unico elemento di suspense sia dato dalla percentuale con la quale Alessandro Canelli vincerà al primo turno le elezioni comunali del prossimo 3 e 4 ottobre. In una piccola competizione in famiglia c’è chi scommette che alla fine sbaraglierà il record del suo predecessore e compagno d’armi leghista (e mentore), Massimo Giordano che nel 2006 chiuse la partita con il 61% dei suffragi. Il resto, sotto la cupola di San Gaudenzio, pare non riservare molte sorprese, fatto salvo forse l’aggressiva campagna (acquisti) di Fratelli d’Italia che, anche qui, vogliono contendere agli alleati salviniani la leadership della coalizione.

E, appunto, senza sorprese, Si sono chiuse a mezzogiorno le operazioni per il deposito delle liste per le amministrative del 3 e 4 ottobre. Nella seconda città del Piemonte i candidati saranno cinque: il sindaco uscente Canelli (sostenuto da quattro liste: Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Forza Novara), Sergio De Stasio (con la lista di Azione), Nicola Fonzo (con il sostegno di due liste: Pd e Insieme per Novara), Mario Iacopino (con due liste: M5s e Novara in Comune) e Paolo Vanoli (con la Lista del Movimento Politico Libertas).

Per sostenere la sua corsa alla riconferma alla guida di Palazzo Cabrino, il leghista Canelli schiera i pezzi da novanta: la prossima settimana, in una kermesse di tre giorni che si svolgerà nella pista di hockey della città, teatro delle gesta dell’Hockey Novara vincitore negli anni passati di 32 scudetti, arriveranno Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, ma anche il sindaco di Genova Marco Bucci, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e quello della Lombardia Attilio Fontana.  E questa mattina, mentre in municipio si completavano le operazioni di deposito delle liste, presentando i 32 candidati (tutti gli uscenti più alcuni volti nuovi del mondo delle professioni e della società civile) ha dichiarato aperta la campagna elettorale che, con un pronostico largamente favorevole al centrodestra, ha come tema più rilevante quello della competizione per la leadership tra la Lega e Fratelli d’Itala. “Per votare Canelli bisogna votare la Lega”, è stato il leit motiv degli interventi: lo hanno ripetuto con forza il segretario provinciale e deputato Marzio Liuni, l’assessore regionale Matteo Marnati e soprattutto l’ex sindaco e assessore regionale Giordano

Dopo una lunga vicenda giudiziaria che lo ha visto alla fine pienamente assolto, Giordano è tornato da qualche settimana prepotentemente in campo, almeno sulla scena pubblica giacché il suo contributo dietro le quinte non è mai mancato. “Bisogna far capire alla gente – ha detto Giordano – che votare Fratelli d’Italia non è la stessa cosa. Voi – ha scandito rivolgendosi ai candidati – siete il partito del sindaco, pretoriani di Canelli. Siamo noi che diamo le carte”. Diciassette donne e 15 uomini, età media un po’ più elevata rispetto ai principali competitor (i due candidati più giovani sono nati nel 1987 e in campo ci sono anche un paio di arzilli vecchietti, rispettivamente classe 1942 e 1943), i leghisti sperano in un risultato superiore a quello di cinque anni fa, quando la Lega ottenne il 17,93 %. Un traguardo indispensabile per tenere gli alleati-avversari meloniani a distanza di sicurezza.

E dall’altra parte del campo? “Noi già sconfitti in partenza? Qui c’è una bella fetta di città che non la pensa così”. Si professa ottimista il segretario cittadino del Partito Democratico di Novara, Cesare Gatti, che questa mattina, con il segretario regionale Paolo Furia e la segretaria provinciale Ilaria Cornalba ha presentato, a poche ore dalla chiusura dei termini per il deposito delle liste, i 32 candidati dem che corrono a sostegno del candidato sindaco Nicola Fonzo. “Una sfida culturale – ha sottolineato il segretario regionale – che ci vede contrapposti ai partiti della paura e in particolare a Fratelli d’Italia, la cui crescita anche a Novara ci preoccupa”. Diciassette donne e 15 uomini, un terzo di età inferiore ai 50 anni, con alcuni giovani tra cui anche un neo diciottenne, impegnati nell’affermare quella che Furia chiama “un’agenda progressista”, con una campagna che – ha sottolineato il consigliere regionale Domenico Rossi – “non deve essere un momento puntuale, isolato, ma una tappa di un percorso di partecipazione che deve aiutare ad immaginare una Novara che recupera il suo ruolo di seconda città del Piemonte”. Una campagna elettorale “povera” e sobria (“abbiamo un conto corrente – ha rivelato il candidato sindaco – che attualmente ammonta a 7000 euro, non certo le enormi cifre che stanno spendendo quelli del centrodestra”) quella del Pd, che insieme alla lista civica “Insieme per Novara” ha scelto di cominciare nella giornata di oggi con una sessione di team building con l’aiuto di psicologi e sociologi. “Per attrezzarci a cambiare le cose – ha concluso Fonzo – e tornare al governo della città”. Magari tra cinque anni.

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