REGIONE

La Super Asl logora chi non ce l'ha. Sanità, attacco ai fianchi di Icardi 

Ennesimo rinvio del testo sull'Azienda Zero. Preioni spinge più avanti la discussione in aula. Forza Italia critica sul nuovo organismo e le opposizioni colgono la "solitudine" dell'assessore per metterlo nel mirino. L'ombra del progetto di Cirio di sostituirlo

Rosolare l’assessore. Sono in tanti, all’opposizione ma non di meno nella stessa maggioranza, a cogliere ogni occasione per rinfocolare le braci sotto la graticola su cui, almeno fino ad ora, Luigi Icardi sta quasi come fosse d’amianto. Molti al suo posto ieri mattina avrebbero sbroccato. Era andato a dormire avendo concordato che l’approdo in aula del testo per la costituzione dell’Azienda Sanitaria Zero sarebbe stato martedì prossimo, dopo che l’altro ieri nella prima seduta del consiglio regionale dopo le ferie l’annunciata inversione dell’ordine del giorno per anteporre la proposta di legge sul futuro organismo sanitario rispetto all’Omnibus (la legge contenitore di tutto un po’) era svanita tra incomprensioni, giravolte e vertici di maggioranza improvvisati.

La notte, dicono, porta consiglio. Quella finita all’alba di ieri, dal consiglio ha ulteriormente allontanato la creatura cui l’assessore non fa mistero, da mesi, di tenere molto motivandone l’assoluta necessità per migliorare i conti e i servizi della sanità piemontese. Non più rinviata di una settimana, ma spinta più avanti, tanto che prima si concluderà l’iter dell’collegato all’Omnibus. Questa la decisione presa nella riunione dei capigruppo, nonostante dall’assessore Maurizio Marrone, di Fratelli d’Italia, “titolare” dell’Omnibus si sia stata anche a quel tavolo la disponibilità ad accantonare momentaneamente il suo testo per far posto a quello relativo alla Super Asl. E allora perché non cogliere l’occasione, da parte della Lega per rispondere positivamente alla richiesta del suo assessore alla Sanità che ormai è noto pure ai sassi voglia mettere il turbo al suo progetto, anziché continuare a costringerlo a tenerlo fermo ai box?

Il capogruppo della Lega, Alberto Preioni, quello che accelerò senza risparmio sulla legge sul gioco d’azzardo pur sapendo di avere un muro di emendamenti delle minoranze, salvo frenare pochi centimetri prima per ripiegare su un disegno di legge della giunta per poter utilizzare il canguro e saltare l’ostruzionismo, stavolta va più piano di un accelerato e ferma anche dove non ci sono stazioni. La spiegazione più soft e meno spinosa riconduce proprio a quella lezione e al timore del fuoco di fila di PdCinquestelle e alle altre forze d’opposizione la ragione dell’atteggiamento del capogruppo.

L’altra, meno morbida, ma pur sempre data a taccuino chiuso da esponenti del partito dell’assessore, rimanda su all’estremo nord, in quel di Domodossola dove sulla questione del punto nascite dell’ospedale Preioni e il suo sodale parlamentare Enrico Montani hanno preso una scoppola, solo l’anticipo della prevista debacle elettorale alle imminenti comunali. Che il capogruppo non voglie mettersi di gran lena a spianare la strada al progetto di Icardi, è opinione che circola a bordo del Carroccio. Dove c’è chi indica pure il piano nobile di Piazza Castello per trovare chi non avrebbe difficoltà, nel caso, a soffiare sul fuoco sotto la citata graticola. 

Il proposito mai del tutto abbandonato da Alberto Cirio di sostituire il suo assessore alla Sanità, potrebbe nel frattempo essere tenuto in caldo, rosolando il suddetto a fuoco lento.  Un caso forse, ma a storcere apertamente il naso di fronte all’annunciata imminente nascita dell’Azienda Zero è stato in più occasioni il capogruppo azzurro Paolo Ruzzola. L’atteggiamento fortemente critico dell’ex sindaco di Buttigliera Alta sarebbe legato anche all’ipotesi (peraltro ormai fuori da ogni scenario) dell’affidamento della futura Super Asl al direttore della maxiemergenza Mario Raviolo, sempre più dato per un importante ruolo nazionale nell’ambito del suo settore. Affiorano ruggini sulla legge sul soccorso alpino, timori di una sua impugnazione da parte del capogruppo azzurro, ma resta sempre sullo sfondo il vero bersaglio: Icardi.

Le stesse opposizioni avrebbero affilato ulteriormente le armi proprio come si fa quando l’avversario viene lasciato (o fatto in modo che appaia) meno difeso dai suoi. Come già scritto, un po’ di giorni fa, i ripetuti tentativi (fatti o ipotizzati, ma mai negati) dal governatore per sostituire il titolare della Sanità hanno contribuito a rinsaldarne la posizione. Non farà eccezione questa volta. I segnali che arrivano da corso Regina sono chiari: Icardi ha appena insediato alla guida del nuovo dipartimento interaziendale Contabilità e Risorse l’ex direttore regionale Fabio Aimar, da lui chiamato nel posto oggi occupato da Mario Minola. Un altro dipartimento con competenza su tutto il territorio regionale è in arrivo per il settore dell’informatica (dove l’omogeneizzazione dei sistemi è attesa da troppi anni), lo stesso vale per il Seremi, il servizio regionale di epidemiologie e altri ancora, non ultima la medicina territoriale. Servizi e competenze destinati a finire nell’Azienda Zero. E se questa ritarda a nascere – il ragionamento dell’assessore – nel frattempo si va avanti preparando i contenuti in attesa del contenitore. 

Ieri Icardi ha, inoltre, firmato l’atto con cui affida al direttore del DirmeiEmilpaolo Manno, il compito di formulare, in stretta sinergia con l’assessorato, una proposta sull’organizzazione dei Dea e Pronto Soccorso di tutta la regione “in considerazione delle criticità nel reperimento del personale, anche in un’ottica di condivisione delle risorse”. E a chi gli fa notare quegli ostacoli disseminati sul percorso del futuro organismo sanitario, l’inquilino di corso Regina ricorda come alla creazione dell’Azienda Zero sia legato l’avvio dell’iter per dare un nuovo piano sociosanitario del Piemonte. Altro messaggio molto chiaro.

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