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Atp Finals, "Torino poco coinvolta"

Il candidato sindaco Lo Russo punta il dito contro uno dei (pochi) fiori all'occhiello di Appendino. Rispetto alla stagione olimpica la città pare quasi assente. "Le cose non basta farle bene, devi anche farle conoscere. Manco una locandina nei negozi"

Le Atp Finals meno appassionanti delle Olimpiadi, anche perché finora pochi a Torino si sono accorti che la città ospiterà tra poche settimane, per cinque anni, i massimi campioni mondiali di tennis. A sollevare la questione dello scarso coinvolgimento della città, soprattutto confrontata con la stagione olimpica, è il candidato sindaco di Torino per il centrosinistra, Stefano Lo Russo. “Ricordo nel 2006 mio padre che passava la giornata a prendere freddo su una pista olimpica, con addosso la sua giacca da volontario di cui andava fiero, e la sera tornava a casa felice. Oggi, per le Atp, non vedo questo coinvolgimento della città. Le cose non basta farle bene, devi anche farle conoscere”.

Lo Russo, rimasto solo questa mattina al confronto fra candidati organizzato dal Centro per la Ricerca Applicata Luigi Bobbio e dal Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, punta il dito su uno dei (pochi) fiori all’occhiello dell’amministrazione grillina di Chiara Appendino, la stessa che ha mandato all’aria la possibilità di un bis dei Giochi invernali, anche se in collaborazione con Milano e Cortina d’Ampezzo.

L’aspirante sindaco del centrosinistra attacca in particolare la campagna di comunicazione delle Nitto Atp Finals, che a novembre l’Italia ospita per la prima volta nella storia del prestigioso torneo. “Le cose si devono fare, bisogna farle bene ma bisogna anche farle conoscere – ribadisce Lo Russo –. Abbiamo questo grande appuntamento con le Atp Finals ma io non ho visto neanche in un negozio una locandina che ne parli. La stessa cosa vale per il turismo. Bene avere qui un hub di Ryanair con voli internazionali, ma se non si fa conoscere Torino all’estero fra un anno quei voli verranno smantellati”. Un tema, quello dell’orizzonte internazionale della città che Lo Russo evidenza parlando anche di università: “Bisogna potenziare la dimensione di città universitaria – conclude – e il mio sogno è raddoppiare I fuori sede in 5 anni”.

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