VERSO IL VOTO

La lunga marcia del centrosinistra

Sette cortei hanno attraversato Torino per congiungersi alla Tesoriera dove il "piccolo timoniere" Lo Russo ha chiuso la campagna elettorale e lanciato il guanto di sfida: "Torneremo a guidare la città". Con lo sguardo al "secondo tempo"

Che fosse una lunga marcia il centrosinistra lo sapeva fin dall’inizio ed è forse proprio per questo, magari inconsciamente, che all’epilogo di una campagna elettorale tra le più mosce degli ultimi tempi ha deciso di ripartire da dove tutto è cominciato: da quella marcia trionfale in via Garibaldi di Chiara Appendino neo eletta sindaco di Torino che ha segnato la bruciante sconfitta dopo oltre un ventennio di governo della città. Una lunga marcia quella che raccogliendo i sette cortei che hanno attraversato Torino, il piccolo timoniere (esageruma nen) Stefano Lo Russo ha guidato sperando di ritornare a conquistare Palazzo Civico.

Mentre Paolo Damilano ha chiuso la campagna elettorale tra le quattro mura di Palazzo Ceriana Mayneri, assieme al suo vero sponsor – il ministro leghista Giancarlo Giorgetti – il prof del Poli ha chiamato a raccolta i suoi al parco della Tesoriera, raggiunta a piedi dal suo comitato elettorale in via Lione su quella spina simbolo delle riqualificazioni urbanistiche dell’era olimpica. Ogni lista un corteo, marcia diviso per colpire unito il centrosinistra di Torino; poi il gruppo del candidato sindaco, affiancato da quelli che lui vorrebbe diventassero i suoi predecessori, Sergio Chiamparino e Valentino Castellani: sono loro i testimonial di Lo Russo per la chiusura di una campagna in cui i big nazionali sono rimasti sullo sfondo con Enrico Letta che si è tenuto a debita distanza dal capoluogo. Tre chilometri dal suo quartier generale, imbrattato nella notte dai soliti antagonisti, fino al parco dove già lo attendevano i suoi alleati: i fedelissimi della Lista civica che porta il suo nome, i Moderati, Sinistra ecologista, Torino domani e Articolo 1 in tandem con i Socialisti.

Sul palco Vito Miccolis, in arte il dottor Lo Sapio, canta e in platea il deputato Andrea Giorgis concede un liscio a Gianna Pentenero, l’ex assessora regionale che ora corre nella lista del Pd. Il momento più difficile? “Quando non trovavamo la sede” scherza Lo Russo forse dimenticando quando dopo le primarie flop più d’un “amico” addirittura immaginava di sostituirlo d’imperio con qualcuno di più “empatico” o quando il leader dei Moderati Giacomo Portas ha sbottato in una riunione di coalizione minacciando la rottura sul rapporto con il M5s.    

Passo dopo passo il professore ha convinto tutti che alternative non ce n’erano. Bastone e carota. Attorno a lui hanno fatto quadrato i vertici del Pd subalpino – il segretario Mimmo Carretta e il consigliere regionale Daniele Valle, che poi è diventato il coordinatore della sua campagna elettorale – mentre Mario Giaccone lo puntellava fuori dal Pd. Anche l’ala sinistra della coalizione se n’è dovuta fare una ragione a partire da Federico Fornaro, il numero uno dei bersaniani in Piemonte, che fino all’ultimo ha manifestato le sue perplessità e questa sera si è ritrovato ad applaudire il candidato di uno schieramento che oggi è più ampio di cinque anni fa.

È stata lunga la strada per arrivare al testa a testa fotografato negli ultimi sondaggi, mentre la sua passeggiata verso la Tesoriera ricorda quella di Appendino che all’indomani dell’elezione raggiunse a piedi, con codazzo al seguito, Palazzo Civico dalla sua casa di via Cibrario. Tutta via Garibaldi scortata da Paolo Giordana e Luca Pasquaretta, i più fidati collaboratori delle origini, poi costretti alle dimissioni, travolti da due delle tante inchieste che hanno investito l’amministrazione pentastellata.

Proprio Appendino, che dopo il gelo iniziale ha migliorato i rapporti con la candidata sindaca M5s Valentina Sganga, è uno dei principali ostacoli verso Palazzo Civico. Non farà nulla per indirizzare i voti grillini verso il suo nemico giurato e chiederà a Sganga di fare lo stesso, scindendo Torino dal resto d'Italia dove Pd e Cinquestelle viaggiano a braccetto. Ma quella è un'altra partita, anzi per dirla con Lo Russo il "secondo tempo", che probabilmente inizierà il 5 ottobre. 

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